Gesù non è nato il 25 dicembre. Non ne conosciamo la data con esattezza. Ma noi non celebriamo il “quando”, ma il senso di ciò che è avvenuto. Molto più significativo, ma anche più bello e curioso.
Nell’impero romano il 25 dicembre si festeggiava il Dio Sole ‘in-vitto‘, cioè ‘mai-battuto‘. Nel 350 d.C. Papa Giulio I sceglie tale data per il Natale di Gesù. Perché all’apice del solstizio d’inverno, quando il sole si trova nel punto più basso dell’orizzonte, si ferma (sol stitium = lo “stare” del sole) per tre giorni, poi rinasce, ri-sorge, ri-comincia la sua salita, cresce pian piano.
Denuncia il prof. Piergiorgio Odifreddi: “Il vero significato del Natale è questo: da oggi le giornate saranno sempre meno buie e sempre più luminose. Ecco la bella notizia!”. Ma proprio questo noi festeggiamo del Natale di Gesù Cristo!
“Bella notizia” (in greco “eu-anghelion” = vangelo). Il buio arriva alla massima estensione e la luce alla minima. Eppure in un tempo così buio e freddo, il sole è più vicino. È quello che annunciamo nel Dio Bambino.
Dopo una estrema notte, il sole ha un nuovo “natale”. Nascere è “venire alla luce”. Il sole sembra toccare la terra e fermarsi come se fosse posto in una culla. Ma è quello che celebriamo col Dio Bambino!
Dopo il solstizio la luce gradatamente aumenta fino all’equinozio di primavera, in cui la notte è vinta e le ore del giorno sono di più del buio. Sarà la data di Pasqua. Ma è quello che crediamo del Dio bambino.
La scienza dice ancora che nei tre giorni di stasi, sopra lo zenit appare la costellazione della Croce del Sud, come se nel buio si aprisse un’uscita di sicurezza. Ma è quello che speriamo dal Dio bambino.
Papa Benedetto XVI aveva scritto prima di Odifreddi: “Il mondo in cui sorse la festa di Natale era dominato da un sentimento simile al nostro oggi. Si trattava di un mondo in cui il ‘crepuscolo degli dèi’ non era uno slogan, ma un fatto reale. Gli antichi dèi erano divenuti irreali: non esistevano più, la gente non riusciva più a credere ciò che per generazioni aveva dato senso e stabilità alla vita. Ma l’uomo non può vivere senza senso, ne ha bisogno. Così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Una corrente offriva come alternativa il culto del sole, che giorno dopo giorno percorre il suo corso, sicuro della vittoria sulla notte. Il sole invitto, mai battuto”. [165-dE]
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