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Politica

VERSO BRUXELLES

GIUSEPPE ADAMOLI - 22/12/2023

Europeisti a Varsavia

Europeisti a Varsavia

Tutti critichiamo l’Europa e non ne mancano affatto le ragioni, soprattutto in politica estera e in rapporto alle superpotenze. Ma è bene che si ammettano anche i suoi meriti spesso trascurati o negati. Non oso nemmeno pensare cosa sarebbe stata, o sarebbe, l’Italia fuori dall’Unione.

I lati positivi della legislatura che terminerà fra sei mesi non sono pochi e sono comunque rilevanti.
Basti pensare al successo per l’emergenza Covid che ha generato per l’Italia dei finanziamenti decisivi con debito comune europeo e una conseguente spinta per alcune riforme di struttura; alla continua vigilanza sui valori dello stato di diritto fatti valere per l’Ungheria di Victor Orban e la Polonia prima dell’ultima vittoria di Donald Tusk; al negoziato per l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue; alla recentissima legge sull’Intelligenza Artificiale apprezzata in quasi tutto il mondo.

Ciò detto in estrema sintesi per una necessaria difesa dell’operato di Bruxelles, chi crede fermamente nell’Europa deve scegliere, per le prossime elezioni, la strategia dell’offensiva politica e progettuale. Siamo davanti ad un bivio e l’obiettivo deve essere chiaro: più sovranità europea, più iniziativa e più autonomia nella grande geopolitica.

Molti studiosi e leader affermano che un’epoca è finita e un’altra sta per cominciare. Questo è senz’altro vero per l’Europa dove la prossima fase non può essere quella del cedimento ai sovranismi nazionali.

Ebbene, cosa ci riserverà la tornata elettorale del prossimo giugno? I sondaggi suggeriscono un avanzamento della destra euroscettica in alcuni Stati fra cui l’Italia ed è su questo preoccupante fronte che bisogna dare battaglia. Molto interessante considerare a questo proposito le posizioni dei partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Meloni sta mettendo in mostra un doveroso pragmatismo dovuto alla sua carica di presidente del Consiglio. Ma alcune presenze nel suo gruppo europeo, segnatamente la destra spagnola pura e dura di Vox ma non soltanto, sono inquietanti. Fin quando durerà il pragmatismo governativo e non riemergerà la sua linea euroscettica ben visibile prima di Palazzo Chigi?

Salvini sta invece con Marine Le Pen e l’estrema destra tedesca e il gioco è più trasparente e duro. Non si dichiarano solo lontani da “questa Europa”, soprattutto non vogliono un’Europa con maggiori responsabilità.
Il leader leghista continuerà su questa strada ed anzi diventerà sempre più aggressivo per cercare di limitare la bruttissima figuraccia che farà nel confronto con l’ineguagliabile 34% dei voti che aveva preso cinque anni fa.

Quanto all’offensiva degli europeisti convinti è giusto e indispensabile che parlino dei Trattati europei; delle Regole di Dublino sulle migrazioni; del peso eccessivo del Consiglio Europeo (capi di governo e di Stato); della revoca dei diritti di veto dei singoli Paesi.
Ma al centro di tutto dovrebbe esserci la Sicurezza e la Difesa dell’Europa. Altrimenti saremo timidi con gli Stati Uniti e debolissimi con la Russia.

Questo consentirebbe all’Ue di accrescere la connessione ideale con il resto dell’Occidente e la connessione concreta e attiva con le superpotenze e con il mondo emergente.

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