Ho scritto all’Assessore ai lavori pubblici Civati che mi aveva confortato sul rispetto delle tutele degli operai nel cantiere delle stazioni, per richiedergli che per le ristrutturazioni del castello di Belforte vengano adottate le prescrizioni della cassazione penale che dovrebbero riuscire a soddisfare le necessità di tutela della vita degli operai incaricati. Ho chiesto all’Assessore di coinvolgere i cittadini interessati nelle opere di ristrutturazione del castello facendo una lettera ai cittadini almeno mensile. Ho chiesto poi di convocare pubbliche riunioni per affrontare questi temi.
Ho ricordato all’assessore anche la lettera che è stata mandata in Comune dopo la notizia del megafinanziamento: “Come già abbiamo scritto esultiamo per l’annunciata azione di recupero del compendio immobiliare in oggetto. Riteniamo indubitabile la grande importanza del Castello come Bene Culturale per tutta la città, ma soprattutto l’opera assume a nostro parere un grande rilievo funzionale per il quartiere di Belforte, da anni ferito da questa carenza e per il quale il rilancio deve costituire una valida dotazione in termini di funzionalità culturali, attrattività turistica, dotazione di servizi.
In questi termini segnaliamo come l’intervento debba basarsi su principi progettuali di visione ampia che considerino un ambito urbanistico territoriale adeguato, non limitato al mero edificio, tenendo presenti le possibili importanti valenze storiche ed archeologiche probabilmente reperibili anche nelle aree adiacenti e circostanti, con la contestuale valutazione degli spazi di accesso, servizio, protezione.
Per quanto sopra le necessarie pratiche di acquisizione immobiliare devono considerare, oltre al corpo edificato attuale, le aree circostanti, anche con l’obiettivo di dotare il futuro edificio di una adeguata dotazione territoriale di servizio e di inserimento ambientale e paesistico.
Le scelte e le previsioni del progetto complessivo dell’intervento, oltre che a riconsiderare in materia le ricerche e gli studi/progetti già disponibili, non potranno prescindere da preventive serie analisi e valutazioni sullo stato dei luoghi, atte a fornire i dati operativi necessari. In particolare, oltre alle citate prospezioni archeologiche e storiche, i lavori per le porzioni edilizie dovranno garantire criteri operativi di restauro/recupero, la motivata scelta tra i necessari consolidamenti e l’eliminazione delle superfetazioni, la puntuale tutela e restauro delle opere pittoriche e di tutti i manufatti di pregio storico o artistico. Evidentemente, dovrà essere massimamente evitato lo sconfinamento (purtroppo riscontrato in altre occasioni), delle opere edili verso una banale ristrutturazione.
Riteniamo che le nostre pur modeste raccomandazioni siano da tenere doverosamente presenti nella fase istruttoria della progettazione e poi nella concreta attuazione”.
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