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Il racconto

VIETATO SOGNARE

SILVANO COLOMBO - 15/12/2023

baffiChe cosa avesse di seducente quel tipo lo sapeva solo lui.

Media statura, soprabito grigio, una sciarpetta smunta, però di seta. Senza cappello, i capelli ancora neri, tranne sulle tempie, ondulati. Il suo fascino, con quegli occhietti neri.

Ma quando apriva bocca era un disastro: denti irregolari, ingialliti dal fumo.

Si preparava, col suo sguardo magnetico, ancora prima di salire sul treno. Sul marciapiedi sceglieva la donna, la fissava e poi lo trovavi seduto di fronte a lei.

Un mattina s’attarda con una tardona procace straripante. Quella gongola tutta, dalla bocca grossa e mal disegnata agli occhioni cerchiati. Si sente ancora interessante. Si fa guardare. E lui è il suo tipo: un tipino. Dimenticavo: l’irresistibile ha i baffetti, ben curati, neri, lucenti, appena appena segnati. Un amore.

“Caro” pensa il frutto maturo, ma non riesce ad andare oltre ad un fremito di ciccia nella pappagorgia.

E lui, distinto come può essere uno che si chiama Cesarino, fuma col mignolo sull’attenti.

“La disturba il fumo?”

Babbeo, sei nello scompartimento Vietato fumare, hai il cartello davanti al naso.

“Oh, si figuri!”

Blablattano fitti. Con la scarpa il Cesarino sfiora la scarpina numero 40 della piccola donna.

Arrossisce: “Scusi”.

Il treno sta per arrivare in stazione e lui non ha avuto il coraggio di chiederle se poteva rivederla.

Andrà meglio la prossima volta.

“È la volta buona, sono esperto. Dai, Cesarino, non fare il cretino. È giovane, quella col vestito rosa. Che fisico: mi viene un groppo in gola.”

Li trovi nello scompartimento, uno davanti all’altra. Già parlano, si confidano impressioni occasionali. Piove, c’è il sole, bello, brutto.

“Per favore!”

“Scusi tanto, questi piedi non so dove tenerli.”

“Non fa nulla.”

“Posso rivederla?” Gli è uscito dalla gola secca uno straziante appello. Chissà come la prenderà?

“Domani sera, in via…Non si faccia sentire dagli inquilini che sono sospettosi. Mio marito non ci sarà.”

Non ci speravo proprio, con la più difficile. Ma come ho fatto? Ci perdo la testa. Arriva, sale in punta di piedi, suona. Fragranza. Non capisce più niente.

“Sono qui.”

E quella lo sveglia, con un “Prima, paga.”

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