Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

LETTERATI MASSONI

SERGIO REDAELLI - 15/12/2023

La storica villa del Vascello a Roma, sede del Grande Oriente d'Italia

La storica villa del Vascello a Roma, sede del Grande Oriente d’Italia

Letterati massoni? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Lo erano Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli e Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura come l’autore di Pianto Antico e di Davanti a San Guido. Lo furono Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Luigi Settembrini, il vate Gabriele D’Annunzio e i critici letterari Francesco De Sanctis e Attilio Momigliano. Il sito del Grande Oriente d’Italia aggiunge con orgoglio il poeta meneghino Carlo Porta, l’autore di Pinocchio Carlo Collodi, il commediografo Carlo Goldoni, Edmondo De Amicis che scrisse il libro Cuore, il poeta Trilussa e tanti altri. “Lo era anche Piero Chiara”, ricorda il professore Paolo Virginio Gastaldi, già docente di storia del pensiero politico all’università di Pavia, storico, saggista e autorevole dignitario del Grande Oriente d’Italia.

“Nel 2005 venni a Varese, dissi che l’autore de La stanza del vescovo e di Il piatto piange era massone e scoppiò il finimondo – racconta – Ma è la verità, vi posso dare anche i dettagli. L’iniziazione avvenne nella loggia Varisium con un gruppo massonico che nel 1947 confluì nella loggia varesina Vittorio Veneto del Grande Oriente d’Italia. Poi il romanziere luinese entrò nella loggia Nuovi Cavalieri di Scozia di Milano con il numero di matricola 34 e successivamente fu tra i fondatori della loggia Maestri Comacini di Como e della loggia Aleph di Varese. Per altre informazioni basta rivolgersi agli archivi del Grande Oriente d’Italia (GOI)”. O leggere L’Italia dei Liberi Muratori di V. Gnocchini, Erasmo Editore, Roma 2005.

Invitato a tenere una conferenza a Palazzo Estense da Leonardo Tomassoni, che presiede l’associazione mazziniana di Varese, il professor Gastaldi ha sostenuto che il Risorgimento italiano lo fecero i massoni, anche se la storia non lo sottolinea abbastanza. Giuseppe Garibaldi innanzitutto, gran maestro nel 1864 del Grande Oriente d’Italia e il suo braccio destro Agostino Bertani, medico e mente organizzativa dell’impresa dei Mille che predicava il diritto di voto a suffragio universale donne comprese (ma riusciranno a votare soltanto nel 1946). Per non dire di Costantino Nigra, senatore del Regno, diplomatico, scrittore, gran maestro della massoneria torinese; del memorialista dei Mille Giulio Cesare Abba e, soprattutto, di Camillo Benso conte di Cavour che da abile tessitore dell’unità d’Italia si servì della massoneria per i propri scopi politici.

Più complicato certificare l’appartenenza alla libera muratoria degli altri due eroi del Risorgimento, Giuseppe Mazzini e Vittorio Emanuele II, come fanno sommariamente alcuni testi storici. Del primo mancano le prove del rituale di affiliazione anche se le idee di libertà, uguaglianza e fratellanza coincidevano con quelle dell’antica “obbedienza”. Mazzini, però, aveva fondato l’associazione segreta Giovine Italia ed è difficile pensare che accettasse di confondersi con altre consorterie. Sul Re, invece, Gastaldi mette la mano sul fuoco: “I Savoia massoni? Io dico un no deciso, non risulta che siano mai stati affiliati, neppure Vittorio Emanuele II, se non altro per una questione di mentalità che gli impediva di sentirsi sullo stesso piano dei sudditi”.

Massoni – spiega Castaldi – furono Agostino Depretis, Francesco Crispi e Giuseppe Zanardelli, tutti e tre con un passato garibaldino, succedutisi alla presidenza del Consiglio del Regno d’Italia. E presidente del Consiglio massone fu il “barone di ferro” Bettino Ricasoli, dalle integerrime regole di vita, celebre come riformatore della formula di produzione del vino Chianti non meno che come artefice dell’unità d’Italia e tra i primi a parlare di Stati Uniti d’Europa.

Altre glorie nazionali sono linventore del telefono Antonio Meucci e Prospero Mosè Loria, fondatore della Società Umanitaria, che si distinse per lo spirito di promozione sociale e s’impegnò a costruire quartieri operai a Milano come modelli di abitazione sani e decorosi. Riconducibili all’azione della massoneria sono ai giorni nostri la benemerita organizzazione Pane Quotidiano, la Croce Verde e il museo Poldi Pezzoli. Ma in anni non lontani lo fu anche la loggia segreta Propaganda 2 di Licio Gelli, con adepti politici di primo piano e poi disciolta, che fu accusata di attentato allo Stato, sottoposta a un’inchiesta parlamentare e a vari procedimenti giudiziari.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login