Può essere il problema dei problemi per i prossimi 15-20 anni, soprattutto per la provincia di Varese. Non solo la popolazione in età di lavoro diminuisce in un mondo sempre più vecchio, ma questa potrebbe voler fare mestieri che non sono quelli richiesti, che invece mancheranno. Con un’aggravante: che i giovani preparati finiscano attratti, per motivi di carriera e retribuzione, dalle sirene milanesi e ticinesi che già conquistano un varesotto su sei.
La scorsa settimana, 1400 giovani al termine del ciclo scolastico delle superiori si sono accalcati nelle sale di Palazzo Estense a Varese per scoprire l’offerta post-diploma di università e istituti di specializzazione presentata con una quarantina di mini-stand. Un’offerta che, oltre a istituti e università della zona – l’Insubria, che come orientamento offre anche la possibilità di seguire le lezioni o la LiUC – andava dalle realtà milanese come lo Iulm o l’Istituto Europeo di Design), alla SUPSI, una delle università luganesi, fino alla prestigiosa università di Venezia Ca’ Foscari. Non mancavano le proposte di istituti con corsi biennali che vanno dalla criminologia alla progettazione e manutenzione aeronautica, dalle lingue alle scuole che preparano all’attività, sempre più richieste, in ambito ferroviario, di macchinista e capotreno. Il tutto senza trascurare i settori turistico-ricettivi, artistici, “scienze della vita” e bio-ingegneria
L’ampiezza della realtà rappresentate è indice di un problema che se tocca famiglie e studenti coinvolge anche la domanda, cioè le aziende Del resto, la vetrina di Palazzo Estense aperta dal sindaco Galimberti e dall’assessora Rossella Dimaggio è stata preceduta, solo due mesi fa, dal Salone dei Mestieri e della Professioni, che riflette la sinergia tra Provincia, Camera di Commercio e Ufficio Scolastico Territoriale.
È il rapporto “For Matching” pubblicato da Provincia e CCIA a evidenziare come “in provincia la problematica principale non è tanto l’assenza di lavoro, quanto la difficoltà per le imprese a trovare lavoratori dotati delle skills effettivamente richieste. Tutte le aziende denunciano sempre più la difficoltà a reperire personale non solo nei settori manifatturieri, interessati da trasformazioni inerenti alle nuove tecnologie, ma anche nei servizi, dove la mancanza di personale, unita al rapido e frenetico turnover, è diventata strutturale, come nell’ambito turistico-alberghiero”. Insomma, prima di cullare sogni di rilancio, è il caso di domandarsi se c’è il “carburante” e se è quello giusto. Lo studio avverte: mentre aumentano gli anziani, da qui al 2031 (+25 mila i nuovi over 65), diminuirà la fascia in età da lavoro (- 20 mila).
Chi assume e che cosa cercano le aziende? I numeri del rapporto indicano che, a parte il “boom” delle costruzioni, legato ai bonus e superbonus in esaurimento, in provincia la componente più dinamica è quella dei Servizi, che ha ampiamente superato i valori di avviamenti al lavoro pre-Covid, con un +5,1% rispetto al 2018 contro un – 8,7% per il Commercio e un – 19,5% per l’Industria (ma i contratti a tempo determinato restano 3 su 5, e le donne perdono terreno). Non basta: su 100 varesini assunti, ben il 38% ha trovato lavoro fuori provincia. Di questi, il 56% è stato assunto in provincia di Milano, mentre gli assunti in Svizzera non rientrano nelle statistiche.
Chi trova più lavori? Dai CPI, Centri Provinciali per l’Impiego e ai primi posti nel quinquennio 2018-2023 risultano Addetti al Contabilità, quindi Addetti di Segreteria e Affari Generali, seguiti da Attrezzisti di Macchine Utensili, Addetti alla Gestione di Magazzini, seguiti da Idraulici, Elettricisti e Installatori e poi da Addetti alle vendite. Sono dati cui sfugge però parte della componente più professionalizzata.
Passando alle previsioni a breve termine, l’indagine non ha dubbi: due posizioni su tre per le nuove assunzioni riguardano i servizi, con Alloggio, ristorazione e servizi turistici in testa. Seguiti – e questa è la sorpresa – da Commercio e riparazione di veicoli, quindi da Servizi di supporto alle imprese e persone e Servizi di supporto avanzati alle imprese, nonché dalla Logistica. Nell’industria resta alta la domanda per il settore della macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e l’industria metallurgica. Attenzione però: nell’ultime rilevazione, su 60 mila nuove posizioni, un quarto riguardava Dirigenti e Professioni con elevata specializzazione e tecnici. Attrezzisti e installatori elettrici, Tecnici elettronici guidano la classifica delle professioni più difficile da trovare. La ricetta? Informazione, formazione, investimento nelle scuole di specializzazione. Formazione duale Scuola-impresa. Grazie anche al PNRR aumentano i fondi, spendiamoli in modo mirato
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