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Editoriale

CROISETTE

MASSIMO LODI - 08/12/2023

CrosettoGuido Crosetto torna a far politica, riappropriandosi di sé medesimo: della Croisette mediatica. Tutto qui. Ecco la spiegazione delle ultime due sortite, la prima obiettando all’imparzialità d’una corrente della magistratura, la seconda non obiettando all’assunzione d’un incarico all’apparenza cruciale da parte del generale Vannacci, autore del best seller Il mondo al contrario.

Crosetto, da ministro della Difesa, non era tenuto a intervenire sulla questione giudiziaria. Ha calato l’atout per fornire una pezza d’appoggio a Nordio, titolare del settore, e oggetto di critiche nell’iter d’una riforma che non si capisce come sia sostanziata e dove andrà a parare. Difficile che abbia fatto dichiarazioni preventive, cioè temendo attacchi delle toghe al governo. Facile che abbia esternato ciò che Meloni non può, in quanto premier: una zampata polemica, utile a rinfrescare l’imprinting di Fratelli d’Italia sull’esecutivo, stressato dal radicalismo di Salvini.

A proposito invece del caso Vannacci, Crosetto aveva facoltà di dire/fare. Ha lasciato che facessero altri -le gerarchie dell’esercito- e che dicesse lui, il generale. Secondo la regola militare, il nuovo ruolo, capo d’uno staff di altisonante nome e però d’operatività soggetta a decisioni di più importanti graduati, spettava a Vannacci dopo la sospensione causata dai contenuti del libro, (farneticanti, secondo Crosetto). Non ostacolarlo, in attesa d’annunciati verdetti disciplinari, sembra/sembrerebbe rivelare una trasparente valenza: condizionare l’ex parà nel gettarsi in terra partitica. Cioè di comparire alle prossime europee sulle schede della Lega che glielo chiede da tempo.

Dunque, a riassumere. Crosetto, inappuntabile nella grisaglia istituzionale, reindossa all’occorrenza anche la divisa politica. Il motivo è semplice: inchiodati a una gaffe dopo l’altra da improvvidi profili istituzionali; in stallo di consensi nei sondaggi; alle prese con urticanti alleati-competitori in Italia; invischiati all’estero nella diaspora sovranista; costretti a subire tutto questo, i Fratelli d’Italia han bisogno d’un sostegno forte/mediatico alla leader. E chi meglio di Crosetto, benemerito fondatore, può prestarsi alla causa? Diversamente non si spiegano le recenti mosse di colui ch’è un gigante di raffinatezza machiavellica dentro un partito dove abbondano i grossiér. Guido Crosetto torna a far politica, riappropriandosi di sé medesimo: della Croisette mediatica. Tutto qui.

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