Nel 2005 a Singapore si scelse la città che avrebbe ospitato i Giochi olimpici 2012. Avrebbe vinto Londra, grazie alla strepitosa performance oratoria di Sebastian Coe, che dopo essere stato un fenomenale mezzofondista si dimostrò anche un re dell’affabulazione e della persuasione, qualcosa di molto simile a quanto il cinema ci propose con il professore (Robin Williams) del film “L’attimo fuggente”. Nel mio hotel incontravo Chirac e Zapatero e condividevo il buffet con Hillary Clinton (in realtà soprattutto con gli “armadi” della security, che creavano solidi cordoni di protezione per la ex First Lady). Ma l’incontro più particolare l’avrei fatto successivamente al Palazzo dei Congressi di Marina Bay dove il Cio si riuniva e dove la capitale britannica avrebbe battuto la concorrenza.
In una pausa dei lavori anch’io dovetti risolvere un periodico problema idraulico. Andai alla toilette e mentre stavo facendo pipì si affiancò, nell’urinatoio contiguo, Henry Kissinger. Ora che uno degli uomini più influenti del ventesimo secolo (e non solo di quello) è mancato, l’episodio mi è tornato in mente. A volte il destino è davvero strano e particolare e ti combina le più impensabili delle situazioni. Riuscimmo anche a scambiare qualche battuta, lui fu gentilissimo a parlarmi dell’atmosfera olimpica – senza ovviamente svelare per quale città avrebbe votato – e, in quanto membro del Comitato olimpico mi rappresentò le grandi aspettative per Giochi che, nelle intenzioni (ma andò proprio così, grazie alle visioni di Coe), avrebbero dovuto abbracciare il concetto della sostenibilità e del riutilizzo degli impianti. In quel poco tempo avvertii il senso della storia – proprio come lo provai durante l’intervista che feci a Leni Riefenstahl -: ero a fianco di un uomo che aveva legato la sua figura a momenti unici, sia nel bene (lo sforzo di attenuare le tensioni della Guerra Fredda e l’apertura verso la Cina) sia nel male (mi vennero in mente le assemblee che al liceo furono fatte contro la guerra degli Usa nel Vietnam, anche se poi Kissinger è stato uno degli artefici degli accordi di Parigi che conclusero quel terribile conflitto).
Qualche anno dopo Singapore 2005 Henry Kissinger tornò a fare capolino nella mia vita. E non per il profilo sportivo che caratterizzava una parte della sua quotidianità. Lessi che si era interessato alla questione dei documenti relativi agli Ufo. Gestendo io, dal 2008, il blog Mistero bUFO sul sito del Corriere della Sera, trovai il modo di scrivere al suo staff per chiedere se fosse disposto a rilasciarmi un’intervista sul tema. Non pretendevo di parlarci, gli avrei mandato le domande, ricordandogli che ero il giornalista incontrato a Singapore alla toilette. La mia aspettativa fu vana: non arrivò alcuna risposta alla mia richiesta.
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