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Società

EFFETTO CAROTA

GIOIA GENTILE - 24/11/2023

jannikNon m’intendo di tennis e non ne ho mai seguito le partite, ma, oggi che anch’io mi sto appassionando alle vicende di Sinner, vorrei dare una risposta alla domanda che un giornalista televisivo ha formulato prima dell’incontro di sabato scorso con Medvedev: come mai tanto interesse e tifo da stadio per questo ragazzo?

Sì, un’idea ce l’ho, anzi più di una.

Anzitutto Sinner vince spesso e, dopo tre anni di pandemia seguiti da una guerra dietro l’altra, abbiamo bisogno di vincere: sulla sorte avversa, sul male, su tutto ciò che vorrebbe impedirci di vivere. Sinner sembra dirci che si può fare; sembra quasi facile, a vederlo correre da una parte all’altra del campo di gioco.

Secondo motivo. Sinner è giovane, dunque anche quando perde ci dà speranza: sappiamo che può solo migliorare e che ha davanti diversi anni per farlo. Ma, soprattutto, sa perdere, com’è stato con Djokovic nella finale di Torino: non fa scenate, non si arrabbia, mostra delusione per qualche istante, come è giusto che sia, ma poi, intervistato, per prima cosa riconosce la bravura dell’avversario e del suo team e solo in seconda battuta parla dei propri progressi, attribuendoli, per altro, alla propria squadra e al pubblico che l’ha sostenuto.

Terzo. Il fatto che sia giovane ci riconcilia con la sua generazione, di cui ultimamente ci viene data dai media un’immagine davvero sconfortante: i giovani si drogano, si ubriacano, si riuniscono in gang – fin da bambini; nel migliore dei casi pensano solo a divertirsi e a stare connessi sui social, dove spesso danno il meglio di sé insultandosi e bullizzando i più deboli. Jannik Sinner ci dà l’immagine di un ragazzo che pensa soprattutto ad allenarsi, a lavorare per realizzare i suoi sogni. È gentile ed educato; si scusa se ha fatto perdere tempo all’avversario per aver chiesto di spegnere una luce che lo infastidiva sul campo; si rallegra per il proprio successo, non per la sconfitta dell’altro, e lo fa senza enfasi. È umile, serio e capace di sorridere. Si diverte giocando, senza accanirsi: sembra abbia capito quali sono le cose importanti della vita.

Guardandolo, viene naturale sperare che ci siano tanti giovani come lui, anche se non appaiono e non fanno notizia. E augurarsi che possa essere d’esempio per chi ancora sta cercando la sua strada.

Ecco perché anch’io, se andassi a vedere una sua partita, non esiterei ad indossare una parrucca color carota.

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