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Cara Varese

VICINI AL SOGNO

PIERFAUSTO VEDANI - 09/06/2012

1963: Varese festeggia la promozione in B

Tutti tesi, gli scaramantici non ne vogliono sentir parlare, i pessimisti  ammoniscono, gli ottimisti faticano a non debordare: insomma per questo Varese  alle ultime due tappe della lunga  corsa del campionato e a due passi dal sogno del ritorno alla serie A l’intera città trepida. Succede anche a me e non posso non ricordare i giorni di passione del torneo 1963-1964 che vide la nostra squadra, inaspettata protagonista del campionato di serie B, arrivare alla promozione  mettendo nel sacco le grandi favorite.

Quell’annata sportiva  fu magica per  lo sport varesino: il Varese  proveniva dalla  serie C e sarebbe approdato nella élite del calcio nazionale, la Pallacanestro Ignis Varese avrebbe vinto il suo secondo scudetto e qualche anno dopo avrebbe dato vita a un ciclo di trionfi  ineguagliato.

E la magia ci fu anche per me: chiamato a metà ottobre del ‘63 alla “Prealpina” lasciai la “Provincia” di Como:  la città dei miei nonni  paterni e il suo sport  mi coinvolsero subito nella loro grande avventura.

Arrivarono  le grandi vittorie, costruite nel tempo davanti a una platea di  tifosi composita: i baskettari potevano sperare nel successo, invece anche i tifosi più scatenati del Varese non immaginavano quello che sarebbe accaduto e la loro attesa per l’esito del campionato in certi momenti  fu ancora più sofferta di quella attuale.

Tra le squadre  di ieri e di oggi  punti di contatto ce ne sono: un organico non di livello elevato, la voglia  di lavorare dei giocatori, di credere nella guida tecnica e nella società, l’aver capito l’importanza di essere squadra, di anteporre l’essere gruppo  agli egoismi  individuali, di accogliere e coltivare la passione dei tifosi.

Fu uno di loro, Guido Fogola, ad aver creato  nel torneo ‘63- ‘64 il primo Varese Club. Se guardiamo  alla società e alla guida tecnica i biancorossi della prima promozione in A stavano meglio rispetto al team di oggi. Giovanni  Borghi, patron dell’Ignis, era ritornato al calcio come consigliere di amministrazione  e da finanziatore aveva scelto come  direttore tecnico Toni Busini, ex manager del Milan, il quale si era portato  come allenatore  Ettore Puricelli, grande attaccante di origine sudamericana.

Dal 1962 al 1964 Varese dalla C alla A!! La formula del campionato allora  era meno stressante e crudele di quella odierna: non c’erano i play off per completare  il gruppetto delle promosse.

Insomma  se analizziamo il  passato dobbiamo  essere ancora più grati  agli attuali dirigenti, ai manager, all’allenatore Maran  per averci regalato  giorni indimenticabili, per avere reso credibili, esemplari, degni di rispetto e addirittura  modelli da imitare  società  e squadra.

Aldilà dell’esito della lunga  maratona sportiva  resterà solido riferimento nel  tempo quello che è stato costruito a Varese nell’ambito calcistico. È una vera  pietra miliare non solo della storia sportiva locale.

La mia  professione logora, amo da lontano le nostre squadre, non vado più allo stadio e  al palasport da parecchi anni. E non guardo più la TV, mi concedo i  risultati al televideo a partite finite. E la loro lettura è una sofferenza.

Per Varese-Verona  ho aperto le finestre per fare un  tuffo “audio” nel passato: i boati dei tifosi  per gol dei biancorossi hanno fatto  felice anche il mio farmacista, sapeva che avrei acquistato montagne di  pillole. A  volte mi chiedo  quale  sia stata la mia credibilità come commentatore, ma dal momento che mi ritrovo nei giovani colleghi  che oggi scrivono e parlano dello sport di casa nostra, penso che mi sia  sempre arreso alla  professionalità. Le licenze  che di questi tempi  mi sono preso in materia di tifo  possono  essere in qualche misura preoccupanti, ma non sono un… reato. Del resto c’è un Napoli Club a palazzo di giustizia che dietro l’aplomb delle toghe ben portate  nasconde un tifo vulcanico, controaltare di una giustizia amministrata con la tradizionale correttezza.

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