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Cultura

IL CUBISTA MALATO

ROSALBA FERRERO - 17/11/2023

 

La mostra che il museo d’arte di Mendrisio dedica a Roger de la Fresnaye è la prima in Svizzera e nell’ambito culturale di lingua italiana, e consente di scoprire un autore dimenticato nonostante la sua presenza importante sulla scena artistica all’inizio del Novecento.

L’allestimento procede con una scansione cronologica affrontando raggruppando i temi cui l’artista si misura: i ritratti i paesaggi le natura morte.

Roger De La Fresnaye nato a Lione nel 1885, in una famiglia aristocratica di lunga tradizione militare, si trasferisce a Parigi e dopo gli studi classici, frequenta l’Académie Julian e l’ ‘Ecole  des Beaux-arts; si iscrive poi all’Accademia militare ma viene riformato per problemi polmonari.

Riprende gli studi accademici indirizzandosi verso l’arte di Paul Gaugin e dei Nabis

realizzando opere in cui sintetizza il cromatismo nabis con l’espressività del simbolismo i cui canoni lo affascinano sia in arte che in letteratura.

Il 1911 segna una svolta del suo linguaggio in senso cubista: è presente al Salon des Indépendants insieme a Leger e ai tre fratelli Duchamp Villon; nei paesaggi realizzati per l’esposizione utilizza forme geometriche per esprimere i volumi nello spazio.

Nel 1913 è  nominato membro del comitato e della giuria del Salon d’Automne ; espone a Monaco e conosce  i grandi del gruppo espressionista che ruota intorno a Der blaue reiter: Kandinskij Malevič Kirchner Klee Picasso Derain. E’ proprio Picasso che lo inserisce nella rosa degli artisti che esporranno all’Armory show di New York nella sezione dedicata al cubismo.

Ma De la Fresnaye si discosta dal cubismo di Picasso e Braque e formula un linguaggio in cui prevale una netta riduzione della gamma dei colori e una altrettanto netta riduzione delle forme geometriche, alle sole essenziali.

Inizia anche un percorso come scultore, di cui rimangono valide prove.

Del 1914 è la prima personale- sono oltre 40 le opere che propone- definita da Apollinaire la più importante mostra giovanile dell’anno.

Allo scoppio della guerra, seguendo le orme del padre, si arruola come fante.

L’esperienza della guerra per lui è traumatica: nei disegni che testimoniano le sue esperienze riporta le emozioni dei soldati accomunati in un tragico destino di fratellanza e impotenza e morte; disegna come protagonisti che totalizzano la scena i fanti, le fanfare- i pochi momenti aggregativi- i feriti,  i sopravvissuti.

Congedato per l’aggravarsi delle emottisi, dopo un lungo ricovero torna a Parigi dove incontra de Chirico Derain Modigliani  Utrillo Matisse Picasso. E’ del 1919 l’ennesima svolta formale che compie: ora procede verso l’estrema riduzione degli elementi.

Intanto continua la sequenza dei ricoveri in sanatorio, che si alternano a rari momenti in cui riprende faticosamente a dipingere, senza mai tornare però alla normalità; abbandona la scultura e la pittura su cavalletto troppo pesanti per il suo  fisico debilitato, si  limita al disegno su carta, alla  matita all’acquarello alla guache. Il soggetto preferito è la malattia, insieme alla sofferenza che segnano  il percorso postbellico;   temi che saranno sostituiti negli anni Venti, gli ultimi anni,  dal realismo legato da un lato alla ritrattistica e  al mondo della campagna della Provenza in cui risiede.

Il catalogo che accompagna la mostra edito dal museo d’arte mentre Mendrisio è la prima pubblicazione in lingua italiana dedicata al maestro e contiene contributi di Françoise Lucbert, Franz Müller, Barbara Paltenghi Malacrida, Michel Charzat Federico De Melis, oltre alle riproduzioni di tutte le opere esposte a una biografia completa e aggiornata, alla bibliografia aggiornata e all’elenco delle esposizioni.

Roger De La Fresnaye, il nobile cubista

Fino al 4-2-2024

Mendrisio- Museo d’arte

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