Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Storia

PARZIALITÀ O IMPARZIALITÀ?

PIETRO CARLETTI - 17/11/2023

Il cardinal Tisserant e Pio XII

Il cardinal Tisserant e Pio XII

Il cardinal Eugène Tisserant (1884-1972) seguì i primi passi della diplomazia vaticana distinguendosi per il suo temperamento deciso e intraprendente.

Orientalista e patrologo studiò le lingue antiche dall’ebraico al siriaco fino ad arrivare a conoscerne tredici, fra vive e morte, e a ricevere a soli 24 anni l’incarico di conservatore di manoscritti orientali presso la Biblioteca vaticana.

Legato a Pio XI e al suo modus operandi improntato all’azione, il cardinale francese fu vicino a papa Pacelli durante il greve periodo della Seconda guerra mondiale, e propose al pontefice di percorrere la via dell’appello alle coscienze, che offriva un’alternativa rispetto alla scelta di Pio XII di perseguire la linea dell’imparzialità.

Era convinto che i tempi e le circostanze di guerra richiedessero un intervento più esplicito del papa: a suo giudizio avrebbe potuto offrire ai cattolici «qualche insegnamento luminoso in mezzo all’odierna confusione». Tisserant non insisteva tanto sull’intervento diretto del pontefice nell’ambito della politica, ma auspicava che il vescovo di Roma esortasse i cattolici, con un’enciclica, ad obbedire alle loro coscienze. In questo modo la mediazione del papa avrebbe dato un fondamento teologico alla resistenza contro l’autoritarismo e alle iniquità dei sistemi totalitari.

Il cardinale era dell’opinione che il nazismo si fosse diffuso perché i cleri locali avevano lasciato che si indebolisse il senso cattolico e di Cristo. Questa circostanza aveva contribuito a preparare nei giovani il terreno fertile per la crescita dell’ideologia fascista e nazista, e a renderli pronti a compiere gli scempi peggiori in nome dell’ubbidienza verso l’organizzazione cui appartenevano (un esempio efficace è l’“obbedienza cadaverica” di Adolf Eichmann ne La banalità del male di Hannah Arendt).

La Seconda guerra mondiale fu dunque diversa dalla prima per alcune ragioni: la Shoah, le persecuzioni religiose comuniste perpetrate dall’Unione Sovietica, la presenza della Resistenza, che conduceva una guerra diversa rispetto a quella degli eserciti regolari, e la partecipazione al conflitto di tutta la popolazione civile.

Considerati questi aspetti, si comprendono meglio le ragioni di Tisserant, che riteneva necessario un intervento diverso rispetto a quello della «perfetta imparzialità» praticato da Benedetto XV. Le proposte avanzate a papa Pacelli, che si adoperò a favore della pace ricorrendo ad altri strumenti, che qui non è possibile menzionare partitamente, non si concretizzarono in alcun intervento, molto probabilmente per il loro carattere troppo innovativo.

Preso atto della reazione del pontefice, Tisserant continuò a nutrire simpatie nei confronti della Resistenza (veniva ironicamente apostrofato come “De Gaulle”) e a non avere un concetto positivo dell’adesione di tanta parte dell’episcopato francese al regime di Vichy, e al loro entusiasmo per Pétain.

Il suo spirito d’iniziativa insieme al suo contributo volto a salvare le vite di molti ebrei lo portarono forse troppo tardi (2020) ad ottenere il riconoscimento che meritava: quello di “giusto fra le nazioni”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login