L’adunata romana di piazza del Popolo non ha portato bene alla Schlein. Idem l’adunata televisiva di Grillo da Fazio. I due partiti d’appartenenza, Pd e M5S, nel giro di pochi giorni han perso voti, stando al sondaggio di Swg per Repubblica. Rosicchiato qualche decimale anche a Fratelli d’Italia, ma roba lieve. In controtendenza Forza Italia. Adagio, ma sale.
Man mano che i contorni della manovra economica si definiscono, gl’italiani sembrano modificare l’idea sui partiti di governo. E man mano che gli argomenti delle opposizioni emergono, si diversifica anche il giudizio su di loro. A cosa servono tali valutazioni? Nel mentre, a zero. Sulla distanza breve, idem. A qualcosa, e forse di più, quando si voterà per le europee. Però c’è tempo, un sacco di tempo (urne a giugno ’24).
Torniamo a Pd e M5S. A Schlein e Grillo. Le intemerate non giovano. Criticare va bene, proporre sarebbe meglio. Nel concreto, naturalmente. Non sono d’accordo su quel che fai (l’interlocutore è Chigi) e ti suggerisco come cambiare marcia, guardando con realismo alla situazione economica interna e allo scenario bellico internazionale. Non a caso chi sta coi piedi per terra (Forza Italia nel centrodestra, partiti minori nel centrosinistra) guadagna in considerazione.
Invece: freddezza collettiva e trasversale -torniamo ai cittadini- a proposito di riforma della Costituzione. Tra i residuali che s’interessano di politica (ormai sotto il 40 per cento), gli scettici prevalgono. Non perché avversi a un certo tipo di proposta, ma perché favorevoli ad ascoltare altro. Cioè: il premierato forte non sta in cima ai loro pensieri, né lo vedono come qualcosa capace di modificargli l’esistenza.
Non è qualunquismo, la risposta evasiva di chi non comprende quanto la Grande Modifica delle regole potrebbe comportare vantaggi spiccioli. È buonsensismo, il concetto secondo il quale sono le persone a determinare le svolte epocali e non le correzioni al sistema di scelta dei rappresentanti istituzionali, a cominciare dal presidente del Consiglio. Se crisi esiste, è crisi non di forma e invece di sostanza. Non di princìpi, e invece di personalità. Per personalità s’intende il carisma mica dell’uomo/della donna forte. S’intende il fascino, l’ascendente, il prestigio dell’uomo/della donna autorevole. Una dote che non ti regala né la piazza né la tv (vedi Salvini-Landini sullo sciopero generale, oltre a Schlein-Grillo sul già detto): te la regala il tuo estro, l’unico individualismo di massimo gradimento. Ad avercelo. Allora sì che potremmo dire nomen est numen, il nome è un dio. Sia pure minore, eh. Minorissimo.
You must be logged in to post a comment Login