Quanti di voi allacciano la cintura posteriore in auto? Ci sono diverse abitudini personali che noi diamo per scontate, ma che in realtà spesso possono non riflettere ciò che invece la maggioranza fa nella quotidianità.
Andare in auto è ovviamente una attività molto diffusa ma in questo caso le statistiche pubblicate pochi giorni fa dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ci dicono che mentre l’allacciare la cintura anteriore è largamente diffuso, farlo con la posteriore non lo è, risultando percentualmente molto lontano dagli obblighi di legge e raggiungendo nel miglior dei casi circa un terzo degli utenti.
Molto diversa invece dalla pratica dell’utilizzo del casco su moto e motorini che raggiunge circa il 96% degli utilizzatori compresi, anche i trasportati e non solo chi guida.
A partire dal 2011 la sorveglianza PASSI analizza anche l’utilizzo di seggiolini ed adattatori per il trasporto in auto di bambini.
Un piccolo… passo indietro per spiegare a cosa serve questa sorveglianza dei Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia (PASSI, appunto). Si tratta di una evidence (traduzione letterale di prova) applicata alla prevenzione che ha come obbiettivo quello di monitorare a 360° lo stato di salute della popolazione adulta italiana.
Quindi indagini campionarie sulla popolazione adulta (18-69) su stili di vita e fattori di rischio comportamentali, connessi all’insorgere di malattie ma anche al livello di conoscenza da parte della popolazione su quanto stia facendo il Paese in campo di prevenzione.
Tra i temi indagati vi sono fumo, attività fisica, eccesso ponderale, consumo di alcol, diete povere di frutta e verdura, ma anche i controlli per i rischi cardiovascolari, l’adesione agli screening oncologici ed appunto, l’adozione di misure di sicurezza per prevenzione degli incidenti stradali, oltre che la copertura per la vaccinazione anti-influenzale (periodo ideale) e lo stato di benessere fisico e psichico in generale.
Per i seggiolini dicevamo, nel biennio 2021-22, il 20% della popolazione intervistata ha ammesso di avere difficoltà all’utilizzo quotidiano di questi dispositivi, alcuni affermando in realtà di non averli nemmeno acquistati.
Volendo andare nello specifico per fare degli esempi, sempre tratti da PASSI, si rileva che la cintura posteriore è usata per oltre l’81% nella Provincia di Bolzano (la più virtuosa), mentre per il 15% in Campania. Invece per l’uso non adeguato dei dispositivi di sicurezza per i bimbi 0-6 anni, la pecora nera è il Molise (oltre 30%).
Veniamo all’alcol alla guida anche questo un fattore purtroppo altamente incidente sulla viabilità stradale e fonte quotidiana di notizie stampa spesso a tragico fine.
PASSI ci dice che almeno il 5% degli intervistati ammette di aver guidato sotto l’effetto dell’alcool nel mese precedente l’intervista stessa. La fascia più frequente di età di chi sgarra è 25-34 (8%) e riguarda in modo netto più uomini che donne (7 contro 2%).
Questi sono dati fortunatamente in calo rispetto alle precedenti analisi ma sicuramente sono stati falsati dal periodo Covid, nel quale la circolazione è nettamente calata per via delle limitazioni allo spostamento.
Sempre per fare un esempio le due Regioni con dati migliorabili sono Molise (12%) e Valle d’Aosta (11%), le più sobrie Puglia (2,4%) e Campania (3,5%).
Finiamo con gli infortuni domestici, purtroppo la stragrande maggioranza degli italiani (94 su 100) non considera alta o molta alta la possibilità di averne uno nella propria abitazione. Nel contempo 2 su 100 dichiarano di avere avuto nel mese precedente un importante infortunio domestico.
La statistica italiana ci dice che sono più frequenti nelle donne, con l’avanzare dell’età e nelle persone con maggiori difficoltà economiche.
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