Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

RIFORMA SBAGLIATA

GIUSEPPE ADAMOLI - 10/11/2023

Il Bundestag a Berlino

Il Bundestag a Berlino

Giorgia Meloni ha dichiarato: “Vogliamo consolidare la democrazia dell’alternanza ed aspiriamo ad essere la sintesi di tutte le idee maturate nell’alveo della tradizione conservatrice e cristiano-liberale”.

A parte il solito e gratuito richiamo alla “cristianità”, l’obiettivo del consolidamento dei governi in Italia ha un reale fondamento. Nella Prima Repubblica era esistita la stabilità politica ma non quella governativa. Nella cosiddetta “Seconda” abbiamo avuto dei lunghi periodi senza né l’una né l’altra culminati con dei governi tecnici, segnatamente quelli di Mario Monti nel 2011 e di Mario Draghi nel 2021, positivi ma senza legittimazione elettorale.

Per ottenere un tale risultato andrebbero affrontati bene almeno due interrogativi.
Primo: è necessario cambiare la Costituzione sui vertici istituzionali con una procedura complessa e un esito molto divisivo per avere un buon grado di stabilità governativa?
Secondo: perché la scelta dell’elezione diretta del primo ministro che non esiste in nessuna democrazia al mondo e che venne cambiata nell’unico Stato in cui era stata introdotta – Israele – dopo una breve e negativa esperienza?

Nelle democrazie occidentali esistono due collaudati sistemi costituzionali ad elezione diretta del vertice dello Stato. Uno, il presidenzialismo americano che è fuori dalla storia europea e che nessuno ha mai pensato di introdurre. Due, il sistema semi presidenziale di tipo francese, che era la scelta del programma elettorale della Meloni, poi abbandonata.

L’inedita strada approvata dal governo può creare disordine e caos. Riduce anzitutto di molto il ruolo del Capo dello Stato. La sua elezione avviene sempre a Camere riunite con una maggioranza molto più grande della maggioranza di governo. Il Presidente diventa così arbitro ed equilibratore della nostra vita pubblica soprattutto nelle crisi politiche e nei tanti momenti difficili che non mancano mai. In queste situazioni è al centro della scena e consulta i leader parlamentari alla ricerca della migliore coesione politica. Domani non avrà più queste funzioni e sarà una figura con compiti piuttosto formali e notarili.

D’altra parte, il premier eletto direttamente non avrebbe né il potere di nominare e revocare i ministri né quello di sciogliere le Camere come avviene in Germania, Francia e Spagna con capi di governo votati dai Parlamenti. Per alcuni aspetti un generale senza spada sottoposto ai ricatti della sua stessa maggioranza.
Avremmo cioè un sistema con responsabilità confuse riassumibili nelle due teste di Palazzo Chigi e del Quirinale con la prima dotata di una ben più alta fonte di legittimazione. E avremmo un Parlamento più debole di quanto già non lo sia adesso.

Per stabilizzare i governi, come vorrebbe giustamente anche Giorgia Meloni, c’è un altro sistema che può essere adottato ed è quello in vigore in Germania con la “sfiducia costruttiva”. L’esecutivo può essere rimosso solo dopo che sia stata decisa e presentata la compagine che lo sostituirà.

Il rafforzamento della funzione governativa con una tale riforma sarebbe indubbio e reale e potrebbe ottenere un largo consenso come sarebbe logico fare per salvaguardare la più forte unità del Paese.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login