La partita non è di quelle semplici. E si presta come nessuna agli scontri di fazioni, soprattutto perché fare i conti con la realtà e cavalcare i desideri contemporaneamente non è una ricetta faclle e alla fine occorre fare delle scelte, che faranno anche degli scontenti, pronti a essere utilizzati come arma politica e nel confronto sui social. Il PGT, Pano di Gestione del Territorio, sta entrando in una lunga fase calda, dove considerazioni tecniche e politico / economiche dovranno confrontarsi. Nominati i consulenti tecnici – tra gli esperti urbanistici, economici, demografici di Politecnico di Milano e Università dell’Insubria – l’iter è ora approdato sul tavolo della Commissione, e di conseguenza dei gruppi politici, che come primo passo ha avviato una intensa fase di ascolto degli assessorati.
Pilota di questa fase della navigazione nella veste di presidente della Commissione Urbanistica è Domenico Marasciulo, avvocato 54enne entrato in Consiglio comunale nelle fila del Pd con l’ultima amministrazione nel 2021, che all’attività forense aggiunge anche quella universitaria: assistente a Milano, ricercatore a Firenze e attività pregresse all’Insubria.
Per carità, quando ho assunto la presidenza della Commissione sapevo già che avremmo dovuto affrontare questa materia, che è sicuramente decisiva per gli sviluppi di Varese dei prossimi anni. Sarà un sforzo di visione e realismo insieme, ma mi lasci dire che fino a oggi la Commissione ha lavorato bene, con spirito di collaborazione tra maggioranza e minoranza.
Delle diverse materie che le normative e lo stesso PGT vigente ci assegnano. Ci ritroviamo almeno un paio di volte al mese, per affrontare temi come progetti, realizzazioni complesse… Ora si aggiunge il tema PGT, cui dovremo dedicare almeno un incontro al mese. Ho ritenuto che su una materia così importante non fosse il caso che gli uffici tecnici e gli esperti andassero avanti senza un parallelo confronto con l’ambito politico e così, siamo partiti subito con un programma di incontri con gli assessorati: un metodo che il metodo ha ricevuto l’appoggio anche dell’opposizione.
Ci siamo già incontrati con l’assessore ai servizi sociali, Roberto Molinari, che ha fornito un quadro ricco di elementi sugli aspetti della “domanda”, quindi demografiche, sociali, proiezioni molto utili perché occorre definire, per esempio, quali saranno i servizi di supporto, mobilità inclusa:
Al momento, naturalmente, soprattutto di metodo, ma sono importanti e sono all’insegna della sostenibilità. In primo luogo quella economica. I comuni da anni fanno i conti con flussi ordinari in flessione in termini reali e occorrono quindi delle scelte. Per semplificare: a tutti piacerebbe avere la città disseminata di aiuole, solo che non basta farle: occorre anche mantenerle. L’altro aspetto è quello della sostenibilità ambientale. Occorrono modalità socialmente ragionevoli, ma non possiamo trascurare che metà delle emissioni in Europa, a ancor più in Italia, vengono da immobili spesso vetusti. Occorre far qualcosa, con un meditato contributo pubblico-privato. Col Pnrr, per esempio, si lavora per riqualificare diversi edifici pubblici, ma anche la domanda privata per fonti alternative è aumentata. Vorrei aggiungere che le molte opere che stanno ridisegnando Varese – dalla viabilità e il piano stazioni ai teatri, dalla ex caserma alle strutture di pubblica utilità – rendono quanto mai tempestivo l’intervento del PGT. Si tratta di unire rigenerazione urbana e servizi.
Attenzione: sono due capitoli di spesa diversi. L’amministrazione è stata abile a perseguire finanziamenti nazionali, regionali europei per le opere, con una massa di investimenti mai vista. Per la manutenzione dobbiamo però provvedere con i fondi ordinari. Siamo riusciti a colmare l’extra disavanzo multimilionario che avevamo ereditato. Dal 2024 dovremmo avere una situazione di cassa più favorevole, ma occorrono anche scelte politiche, tipo: più soldi per le strade, i servizi sociali, i parchi, l’aiuto alle famiglie?
Occorre interpretarlo con intelligenza. Il tema è quello della rigenerazione urbana: Varese non è Milano con i suoi grattacieli, ma si può vedere dove ristrutturare e dove edificare meglio. Dobbiamo rendere la città più attrattiva: lo si fa con i servizi e la cultura – pensiamo al successo dei programmi che ha portato l’assessore La Forgia – ma anche con una visione urbanistica che attragga i giovani, chi cerca qualità della vita, anche e non solo nella terza età. Servono anche spazi per imprese ambientalmente sostenibili e innovative di successo, dove anche i collegamenti stradali, ferroviari e aerei avranno il loro peso. Per tutto questo occorre che dal confronto esca una visione della città
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