Aeroporto di Pudong, Shanghai. All’uscita dal terminal c’è, a breve distanza, la stagione del Maglev, il treno a lievitazione magnetica. È bianco, piuttosto basso, è stato costruito dalla Siemens che 22 anni fa vinse l’appalto per realizzare convoglio e linea e che il 31 dicembre 2002 consegnò il “pacchetto” per l’inizio dell’attività. Il centro della megalopoli cinese dista poco meno di 30 chilometri. L’interno è abbastanza spazioso, le poltrone sono comode ma essenziali. Le porte si chiudono, il Maglev accelera e arriva a toccare i 431 orari, immortalati da un display simile a quello che sul Concorde certificava la quota e la velocità (supersonica, sull’Atlantico). L’ebbrezza della top speed dura però solo un paio di minuti. Poi il convoglio decelera progressivamente e la stazione d’arrivo viene raggiunta in poco più 7 minuti. Esperienza molto breve, che chi scrive ha avuto modo di effettuare.
Ma adesso la Cina è pronta al passo successivo. Dopo aver annunciato il progetto già nel 2021, alla World Manufacturing Convention inaugurata lo scorso 20 settembre a Hefei, capitale della Provincia orientale di Anhui, è stato presentato, in mostra statica, il convoglio che nelle intenzioni dovrà unirà Pechino a Shanghai. Il treno è stato sviluppato dalla CRRC (China Railway Rolling Corporation) ed è stato completato dalla catena di montaggio di Qingdao nel luglio 2021. Dotato di sistema di guida intelligente senza un umano ai comandi, può trasportare più di 100 passeggeri in una singola sezione. L’interesse è stato massimo, anche e soprattutto nei confronti delle numerose particolarità del convoglio: dalla cabina elegante e spaziosa, ai sedili regolabili come quelli di una top class d’aereo, a un modo “intelligente” di stoccaggio dei bagagli, ai programmi di intrattenimento.
La Cina da tempo sta investendo a più non posso sui mezzi a lievitazione magnetica (adocchiata anche la prima monorotaia al mondo sospesa grazie a magneti permanenti), avendo intuito il vantaggio di avere convogli che non stanno a contatto con le rotaie ma che scivolano su una pista, sollevati dalla forza magnetica. Il loro sviluppo sarà anche una questione di costi e di bacino d’utenza (la tratta più conveniente pare la Shanghai-Hangzhou), ma l’idea è di codificare una via intermedia tra l’aereo e i “vecchi” treni ad alta velocità. Questo Maglev evoluto, infatti, raggiungerà i 600 orari e coprirà il percorso Pechino-Shanghai in 2 ore e mezzo contro le tre dell’aereo (inclusa la parte di pre-volo), le 5 e mezzo del treno veloce e le 12 (se tutto va bene) dell’auto. «Sappiamo – spiegano I tecnici della CRRC – che la velocità massima di un “bullet train” è di 350 km/h, mentre con l’aereo si sta tra gli 800 e i 900 orari. Con il Maglev contiamo di inserire un’ulteriore opzione di trasporto che consenta ai passeggeri la scelta che ritengono migliore».
Comunque non ci sono solo i cinesi sui tracciati della lievitazione magnetica. Volete che i giapponesi si facciano bagnare il naso? Nemmeno per sogno. Ecco allora che le ferrovie “giap” stanno testando un convoglio denominato Maglev L0 per creare un fratello maggiore dei mitici Shinkansen. I risultati delle prime valutazioni sono promettenti: il treno potrà trasportare 1.000 passeggeri e viaggiare a una velocità di 501 km/h, coprendo ad esempio la tratta Tokyo–Nagoya (322 km) in 40 minuti. Anno previsto per il via del servizio? Il 2027. Sembra lontano, ma a pensarci bene è domani.
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