E io che immaginavo le elezioni del prossimo giugno come un momento di rilancio dell’Unione Europea sulle ali di un dibattito anche aspro ma basato su proposte dirette a realizzare una maggiore unità e integrazione. Mi pare, oggi, che purtroppo non sarà così.
Questa speranza si fondava sul fatto che da qualche tempo era aumentata la popolarità dell’Europa anche in Italia grazie alle scelte comuni contro il Covid e a Next Generation Eu che ha aiutato i 27 Stati membri e in particolare l’Italia con più di 200 miliardi di aiuti finanziari.
Ora il nostro governo cerca faticosamente di ottenere quanto era stato assegnato all’Italia ma la giusta richiesta europea di riforme che devono accompagnare l’erogazione dei fondi sta affievolendo l’iniziale convinzione e la sguaiata polemica contro il Commissario Paolo Gentiloni ne è la conferma.
La campagna elettorale, peraltro ancora formalmente lontana, sta pure inasprendo i rapporti fra i partiti di governo con una gara fra chi è più a destra tra Fratelli d’Italia e Lega che raggiunge estremismi paradossali. Si è arrivati al punto che il partito di Salvini accusa la Germania di voler invadere l’Italia con i migranti come 80 anni aveva invaso l’Europa con l’esercito. Con questo incredibile “nonsenso”, fingono perfino di ignorare che l’Italia fascista ne era stata complice.
Giusto invece pretendere di più dall’Europa. La redistribuzione dei migranti sarebbe un buon passo avanti ma finora è stata frenata o bloccata da Paesi come l’Ungheria di Orban, la Polonia e da altre forze di destra vicine a questo governo che sta sbagliando nettamente le alleanze europee.
Un altro nodo su cui, col tempo che passa, si rischia una profonda divisione è l’invasione russa in Ucraina. L’obiettivo da perseguire unitariamente dovrebbe essere un’azione diplomatica ben più risoluta verso la “pacificazione”. In ogni caso, la politica estera e di difesa dell’Europa è una necessità da cui non si può sfuggire per essere più protagonisti anche nella Nato pur senza cambiare la nostra geopolitica.
Ha ragione Romano Prodi quando afferma che «L’Europa è l’unico pane buono che abbiamo, ma è un pane mezzo cotto che non mangiamo tutti assieme. O ci mettiamo assieme davvero o contiamo solo per le piccole cose». Impossibile non essere d’accordo con lui che conclude: «È grave che non ci sia stata una forte mediazione europea».
“Tutti assieme” verso una maggiore integrazione, questo è l’obiettivo su cui serve chiarezza e determinazione: se vince la destra prevarrebbe, al contrario, l’Europa delle Patrie, cioè un accordo debolissimo che segnerebbe la fine del sogno europeo.
C’è solo da sperare e da lottare affinché anche nel prossimo mandato continui una migliore e più produttiva intesa fra Partito Popolare (previsto dai sondaggi ancora come il più forte) e i socialisti/democratici, i verdi, i liberali ed altre forze europeiste.
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