Nel pessimismo che riguarda questa fase della vita sul Pianeta, turbati dalle emergenze di guerre, clima e emigrazioni, ci distogliamo dal guardare a quanto il progresso dell’umanità continua a fornirci occasioni di riparazione dal disastro incombente, anche vicino a casa nostra.
Mi ha fornito l’occasione di questa riflessione una nota pubblicata sulla stampa dalla CNA (una delle maggiori organizzazioni degli artigiani della Lombardia), che riguarda un progetto proposto ufficialmente alle istituzioni governative, nazionali regionali e locali. Si tratta del contributo disponibile alla lotta al cambiamento climatico, ai minori consumi della natura e alla tenuta dell’occupazione nelle aziende minori in Italia, a partire dalla Lombardia.
La misura costerebbe 2,5 miliardi e coinvolgerebbe 200mila imprese, fornendo 8,7 GW di elettricità fotovoltaica dai tetti delle piccole e medie imprese.
“Dobbiamo varare una strutturata e potente campagna di co-finanziamento dell’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni delle Pmi: con una spesa di 2,5 miliardi si possono coinvolgere 200mila imprese in tutta Italia, installare 8.700 MW di potenza, ridurre di 1 miliardo di metri cubi l’anno i consumi di gas, ridurre del 60% i costi in bolletta” si legge sui quotidiani del 24 Agosto.
Questa è la proposta che il presidente di Cna Lombardia, Giovanni Bozzini, ha illustrato al ministro dell’Economia e delle Finanze in queste settimane.
Il colloquio, avvenuto presso l’assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, si è mosso su parametri molto concreti e accessibili.
In effetti è L’UE che ci chiede di potenziare il più possibile gli strumenti di supporto all’accesso al credito e di abbattimento dei tassi di interesse, battendosi per una maggiore flessibilità monetaria della Bce. Ma, nello stesso tempo, sarebbe indispensabile riprendere celermente un ciclo di politiche industriali per le micro, piccole e medie imprese del manifatturiero italiano, in grado di andare oltre il 4.0 in una logica di economia circolare. Ad esempio, il combinato disposto di una politica nazionale e dell’azione di Regione Lombardia sulle filiere produttive, potrebbe costituire un valido strumento di rilancio in questa fase di riposizionamento nelle catene globali del valore, a detta della CGIL Lombardia.
Il fotovoltaico sul tetto delle imprese è anche tra le proposte presentate da Italia Solare al governo. L’associazione chiede il potenziamento al 65% delle detrazioni fiscali estendendole alle utenze non domestiche, e, per gli impianti oltre i 20 kW di utenze aziendali, propone un fondo di garanzia a favore delle banche che finanziano gli impianti delle imprese, “in modo che le stesse non vedano intaccato il proprio castelletto fidi”.
Gli impianti sarebbero collocati su edifici e capannoni per i quali la ricostruzione del tetto è essenziale per potervi collocare i moduli fotovoltaici, concedendo anche una adeguata detrazione fiscale.
In effetti dovrebbero essere in fasi avanzate di studio e applicazione incentivi per favorire l’autoproduzione da rinnovabili nelle aziende. L’annuncio è arrivato la settimana scorsa, in risposta a un’interrogazione che chiedeva se il ministero stia valutando l’istituzione di un credito d’imposta per le Pmi per incentivare l’installazione di impianti rinnovabili, anche a servizio di comunità energetiche rinnovabili.
Quindi, alcuni soggetti in forma associativa e previdente puntano su misure di incentivazione a fronte di investimenti in beni strumentali per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, impiegata ai fini dell’autoconsumo nell’ambito dei propri processi aziendali. E questo con il consenso e la spinta anche del sindacato
Nella rinegoziazione in corso del Pnrr, si potrebbe orientare in modo più efficace le risorse europee già stanziate e quelle del RePowerEU verso interventi che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi energetici e di sostenibilità ambientale a partire dalla struttura produttiva che sta prevalendo nella manifattura nazionale.
Intanto però il ministro Pichetto Fratin pensa al rilancio del nucleare dopo due referendum che l’hanno bocciato.
Così, la distanza tra politica ed elettori si fa sempre più insidiosa….
You must be logged in to post a comment Login