Scriveva Leone Trotzkij, russo ebreo nato in Ucraina, fondatore dell’Armata Rossa ed amico di Frida Kahlo, che “L’ anarchismo è un tentativo di purificare il liberalismo dalla Polizia”. Lungi dal tentare di cambiare il mondo ci si può limitare alla purificazione di sé stessi, dei polmoni e del fegato. Per raggiungere gli obiettivi occorre costante impegno.
Esco dopo cena, pedibus calcantibus, mi inoltro in una selva oscura per evitare la Polizia e soprattutto gente pedante, paladini del luogo comune, Celebrolesi, ignavi. Al prato della Bicocca, sopra il Ronchetto Fè, si possono incontrate animali altri come cinghiali, daini, cervi riccamente cornuti, civette. Il percorso, forzatamente circolare, deve essere vario con arrivo in discesa perché fa bene all’umore. Lo sport fa male ed anche i percorsi non aiutano il buonumore. Nel ciclismo gli arrivi vengono fissati spesso vicino a vette di montagne per costringere alla fatica estrema ed al sudore; mai gli arrivi sono alla fine di ripide discese con tornanti a strapiombo sulla valle, emozionantissimi, anche per un pubblico in cerca di eccitazione estrema.
Modesta discesa finale del mio percorso, scendendo dai prati e dai boschi della Bicocca, è la via Ronchetto Fè. Come tutte le strade, prevede due cartelli indicatori all’inizio ed alla fine della stessa via. I cartelli della via Ronchetto Fè sono diversi. Si legge “Toponimo locale” su un cartello. Ronchetto Fè, per noi stanziali cresciuti tra le Bettole e l’Officina dei tram, era un caseggiato, villa di campagna, costruito nel Seicento, casa padronale con stalle, diventato nel tempo modesta dimora per famiglie: villone padronale con ampio porticato con archi a tutto sesto e le pareti colorate di un giallo aranciato. Era un caseggiato, abbattuto prima di Tangentopoli, con molta fretta, per far posto ad un condominietto di quattro piani per una trentina di appartamenti.
Tutto quadrerebbe con l’indicazione “Toponimo locale” se alla fine della strada non ci fosse una indicazione diversa: “Ronchetto Fè, storico 1846-1920″. Ronchetto si presume sia il nome e Fè il cognome. Veloci ricerche per avere notizie dello storico hanno dato risultato alcuno. “Storico” va bene, ma cresce il dubbio che il signor Ronchetto (Chetto il diminutivo?) sia stato uno storico degli scacchi; del gioco delle carte; di enologia praticata; del gioco delle bocce; tutte attività floride alla trattoria dei Giorgetti all’Officina dei tram. Il signor Ronchetto Fè diventa quindi lo STORICO IGNOTO.
Si potrebbe trarre spunto da questa stranezza per fare qualche considerazione sulla scelta dei nomi da dare alle vie. Allo storico ignoto e al milite ignoto, sarebbe quanto mai giusto ed opportuno aggiungere una via dedicata alle CASALINGHE IGNOTE, varesine e non, nei secoli ben più numerose dei Militi e degli Storici, con un fardello di sacrifici durati vite intere, nel silenzio. Come ignorare ancora il valore sociale ed economico del lavoro oscuro tra le pareti di casa di eserciti di casalinghe? Non basta l’intestazione di una via nella periferia, occorre dedicare un Largo, una Piazza, per una questione di Giustizia.
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