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Opinioni

MAESTRO ESISTENZIALE

ARTURO BORTOLUZZI - 15/09/2023

testori

Giovanni Testori

Ho sentito dagli organi di informazione che si è tenuta a Varese la commemorazione di Giovanni Testori, in occasione dei 30 anni dalla morte.
La stessa si è tenuta presso l’Aula Magna dell’Università e il Comune ha voluto dare solo il patrocinio all’iniziativa.
Mi rendo conto che è passato molto tempo dalla stessa celebrazione.
Al di fuori di ogni polemica ritengo sia di fondamentale importanza che il Comune abbia a recitare un ruolo molto più attivo, che non si esaurisca con il solo patrocinio.
Sarebbe importante parlare di Testori come un uomo di cultura e maestro del dibattito esistenziale, nonché guida per i giovani che trovavano, e trovano, nelle sue parole una risposta alle proprie esigenze.
Non ho potuto partecipare all’iniziativa dell’Università dell’Insubria perché ho letto della stessa proprio il giorno in cui si è tenuta la medesima.
Sarebbe allora auspicabile che il Comune abbia a coinvolgere i giovani, per poter discutere e dibattere di quelle che sono idee e proposte di Giovanni Testori, sia nella critica delle arti figurative, sia nella scrittura, sia nella composizione delle sue pitture (soprattutto nei fiori, sempre raffigurati attorcigliati e non lineari e quiescenti, come anche negli arancioni e nei rossi dei tramonti sul Lago di Varese ed il Monte Rosa, di memoria quasi rinascimentale, resi evidenti dalla maggiore intensità e corposità dei colori utilizzati. In questi si può leggere la tormentata precarietà del nostro vivere quotidiano, come già aveva sperimentato, a suo modo, Renato Guttuso), sia anche e soprattutto nella drammaturgia.
Questa costituiva una forma espositiva che doveva comunicare le problematiche contemporanee, coinvolgendo direttamente e in modo efficace coloro che l’ascoltavano (ciò è evidente in Exitu, recitato presso la stazione Centrale di Milano). Testori è stato anche uno scopritore di talenti, tra gli altri, Franca Valeri (Maria Brasca), Adriana Asti e Lucilla Morlacchi nonché, soprattutto, Franco Branciaroli (per cui ha scritto una decina di spettacoli). Occorre meditare sui contenuti del simposio tenutosi a Ivrea, dove Testori sollecitava i letterati a scrivere anche delle rappresentazioni teatrali. A questo fine aveva anche ideato un proprio linguaggio dove sono presenti tutti i riferimenti alla lingua anche dialettale lombarda.
Ciò che voglio significare è che il ricordo di un impegno per Varese, che Testori ha dimostrato in una pluralità di anni (soprattutto le esposizioni di Cairo, Guttuso e Sutherland), non può essere solo condito con un semplice patrocinio ad una commemorazione.
Deve essere recitato un ruolo attivo e coinvolgente. L’Associazione che è stata costituita in suo onore, Casa Testori, ha certamente portato in avanti molto positivamente iniziative per discutere di quanto fatto, in molteplici forme, da Testori stesso. Casa Testori ha recentemente, in tre diverse occasioni con grande partecipazione di giovani, approfondito aspetti apparentemente eterogenei ma che si fondevano nel modo di apparire e di scrivere dell’uomo di Novate Milanese.
L’Associazione ha dimostrato con le sue azioni e la sua opera come debba essere guardato essenzialmente al futuro partendo da quelli che sono gli innumerevoli stimoli che è possibile individuare nella disamina delle sue azioni, fatte con coerenza.
L’Assessore alla Cultura del Comune di Varese avrebbe così la possibilità di poter, da una parte, coinvolgere i giovani (e non solo quelli di Comunione e Liberazione) e, in generale, tutti i cittadini che vogliano trovare risposte a quelle che sono le loro sofferenze.
Conto quindi che il Comune possa recitare un ruolo molto più attivo di quanto realizzato sino ad ora.
Il Comune di Varese deve realizzare una politica capace di rispondere a quella domanda di Giacomo Leopardi citata da Riccardo Prando su La Prealpina del 28 agosto 2023: “Che fai tu luna in ciel/dimmi che fai, silenziosa luna?”.

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