quando leggerete questa lettera i vostri figli avranno ricominciato la scuola da pochi giorni. Di solito, all’inizio di ogni anno scolastico ci si rivolge agli studenti. Lo fanno anche il Ministro dell’Istruzione e il Presidente della Repubblica, con auguri e raccomandazioni che spesso suonano retorici. Io invece voglio rivolgermi a voi, cari genitori, con qualche consiglio non richiesto, perché penso che molti dei comportamenti preoccupanti di alcuni ragazzi dipendano anche dal modo in cui affrontate i loro problemi.
Ecco, i problemi: non sminuiteli. Quelli che a voi possono sembrare futili, a un bambino o a un adolescente possono apparire insormontabili. Ma non risolveteli al posto loro, aiutateli a farlo da soli, convinceteli che ne sono capaci. Solo così potranno acquistare fiducia in se stessi e autostima.
Trovate il tempo per osservarli e ascoltarli. Fate attenzione a comportamenti anomali, che potrebbero essere indicatori di bullismo – subìto o attuato – o di qualche dipendenza; non date per scontato che a vostro figlio non può succedere. Tuttavia, se quando gli chiedete “cosa hai fatto a scuola?” vi risponde “niente”, non preoccupatevi: degli argomenti di studio ha già parlato durante le lezioni, probabilmente non ha voglia di farlo ancora, ma è contento della vostra attenzione, anche se non ve lo dice.
“Quell’insegnante ce l’ha con me”. Di fronte a un’affermazione così, non dategli ragione, non compiangetelo: potrebbe pensare di avere qualcosa che non va, altrimenti perché dovrebbero avercela con lui? Non partite lancia in resta per andare ad affrontare l’insegnante. Andateci per ascoltarlo: potreste scoprire aspetti del carattere di vostro figlio che non conoscevate. E se invece vi rendeste conto che l’insegnante è un po’ sadico – anche gli insegnanti hanno difetti – spiegate al ragazzo che il problema è del prof. e non suo e che non sempre, nella vita, troverà persone pronte ad aiutarlo, quindi è bene che cominci ad imparare come comportarsi in questi casi. Cercate però di non minare l’autorevolezza della scuola: i ragazzi hanno bisogno di punti fermi, anche di quelli sbagliati, per imparare a criticarli e a diventare autonomi.
Un consiglio meno impegnativo: evitate, se potete, quelle terrificanti “chat delle mamme” o almeno scegliete un amministratore che sappia gestirle con buon senso ed equilibrio. E comunque non rendetele accessibili ai vostri figli, se sono ancora piccoli: potrebbero pensare che il genere umano sia tutto come appare nelle chat. A volte, lo sappiamo, è anche peggio, ma avranno tempo per scoprirlo.
Avrei ancora tante cose da dirvi, cari genitori, ma penso che si possano riassumere tutte in un’unica raccomandazione: state vicino ai vostri figli, ma lasciateli andare; il cordone ombelicale è stato tagliato al momento del parto e se per voi saranno sempre i vostri bambini, anche a cinquant’anni, devono imparare a camminare da soli; il primo giorno di scuola elementare è il primo vero passo di quel cammino e penso che la speranza più bella di un genitore sia che diventi un volo. Immaginateli come aquiloni: ci sarà sempre un filo che li unisce a voi, un filo che non li tira a terra, ma li guida dove il vento può farli volare più alti.
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