Con un’espressione un po’ insolita – ma che dice bene il pensiero di Gesù a proposito dello stile missionario dei suoi discepoli – si può sintetizzare il valore della risposta al Vescovo, che ha scelto e nominato tra i suoi collaboratori più stretti don Franco, chiamato a lasciare Milano per tornare nel Varesotto.
E così si è trovato davanti una missione ancora più impegnativa della precedente: servire una intera zona pastorale.
Ma la fede autentica contiene un nucleo sovversivo e scandaloso, che sembra andare addirittura contro le leggi del cuore… Gesù voleva dai suoi amici risposte meditate, mature e libere, anche in contrasto con la bellezza e la forza degli affetti, che sono la prima felicità di questa vita.
Non per disamore, ma per aggiungere un “di più”. Abbandono (lasciare padre e madre), per la fecondità. Padre e madre “amati di meno”, fratelli e sorelle da cui si parte per un’altra esistenza, è la legge della vita che cresce, si moltiplica e nulla arresta.
Allora un prete all’alba dei 67 anni è disponibile a cambiare residenza; lascia una responsabilità circoscritta per un’esistenza più pellegrina, con un cuore più aperto e spazioso, facendo voto… di vastità.
E da ammirare l’obbedienza di don Franco che per l’ennesima volta (dopo il Seminario, l’ISMI, la parrocchia e la comunità pastorale, oltre ai decanati, prima di Somma Lombardo poi di Milano) ha accettato di “prendere (ancora) un’altra croce e seguire il Maestro”.
Beninteso: Gesù non desidera crocifissi al suo seguito; vuole che seguiamo le sue orme, per andare come lui di casa in casa, di volto in volto, di accoglienza in accoglienza, pronti a toccare le piaghe dei sofferenti e a spezzare il pane in fraternità.
Così da Vicario inizierà presto e continuerà fino a fine mandato a passare di parrocchia in parrocchia, per 234 comunità, e per gli 11 decanati della zona, a dire nel nome di Gesù il bene che Dio ci vuole, giocando tutta la sua capacità di amare, di dialogare, di servire, senza calcoli né mezze misure.
L’ha detto il Papa a Lisbona, parlando ai giovani: “Nella vita nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù!”.
Auguri, don Franco, e grazie! Aiutaci, con l’esempio e la parola, ad essere la Chiesa di Gesù, non preoccupati dell’organizzazione, non invaghiti dei mezzi moderni, ma impegnati nella condivisione, nell’essenzialità, nel possedere un cuore pacificato che porti la pace, che sappia anche accogliere il fallimento come una opportunità, come strumento di conversione personale. Siamo tutti mandati – tu per primo e noi con te – a predicare il Vangelo in ogni occasione, durante il percorso – “strada facendo” – senza pensare mai di essere arrivati, ma continuando ad essere viandanti con i viandanti, cercatori con i cercatori.
La gratuità esprimerà il volto della nostra missione, perché rivela anzitutto il volto di Dio. Siamo sospinti dal Vangelo ad andare sempre oltre: oltre ogni luogo, ogni casa, ogni difficoltà, proprio per non rimanere mai condizionati da qualche situazione che devii la conduzione gratuita e libera del dono prezioso che si deve spandere in tutte le direzioni. Facciamo anche noi voto di vastità!
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