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Attualità

SERENO VARIABILE

FABIO GANDINI - 20/07/2023

palaghiaccio

Il nuovo Palaghiaccio di Varese

Ci prestiamo a un gioco: scriviamo oggi un articolo sullo stato dell’arte dello sport varesino per poi controllare, fra una quarantina di giorni, dopo le vacanze, cosa sarà cambiato.

Ecco dunque il meteo di canestri, pedata, ghiaccio e impianti.

Tempesta su Pallacanestro Varese, dice il bollettino attuale. Non è un’estate tranquilla dalle parti di piazzale Gramsci, e gli osservatori più attenti, quelli che sanno interpretare, come si usava una volta, i segni del cielo, avevano capito la mal parata già dalla primavera, a sua volta sconquassata dal caso Tepic e dalla relativa penalizzazione in classifica che ha privato la Openjobmetis del coronamento agonistico – i playoff – di una stagione ben condotta sul parquet.

Da giugno a oggi i seguenti temporali. Prima l’addio del vice allenatore Paolo Galbiati, legittimamente ambizioso di una panchina tutta sua e volato a Trento; poi il saluto definitivo del general manager americano (laureatosi miglior dirigente del campionato di Serie A) Michael Arcieri, attratto dal campo libero offertogli dalla Pallacanestro Trieste dopo aver cercato in tutti i modi di rimanere a Varese. Medesima condotta di chi i colori biancorossi li ha amati davvero e con i fatti: scriviamo di capitan Giancarlo Ferrero, terzo partente, anch’egli migrato verso il confine più orientale del basket italiano dopo aver preso atto di non essere più considerato utile alla causa del campo.

Infine la “bomba” degli ultimi giorni, quella relativa al transfuga Matt Brase: l’allenatore americano avrebbe deciso (nel momento in cui scriviamo il condizionale è ancora una cautela) di restare “at home” invece di tornare a Masnago, svignandosela da un contratto già firmato.

Tendenza delle previsioni: tornerà il sereno, ma l’ex campione Luis Scola, oggi guida del sodalizio cestistico cittadino, dovrà – riteniamo – prendere insegnamento da certe burrasche, rendendosi conto che fare il proprietario, in fondo, è più difficile che essere una stella planetaria del gioco.

Incredibilmente sereno/variabile il cielo sul calcio di casa nostra, un’evenienza paragonabile al sole che fa capolino a Capo Nord. Alle spalle, e nell’ordine, il disamore dei tifosi, il Franco Ossola vuoto, la diaspora dei giocatori e alcune oggettive brutte figure sul rettangolo di gioco, il tutto culminato con la retrocessione inopinata in Eccellenza. Poi ecco una variabilità degna delle giornate islandesi: le porte troppo basse a Carate Brianza, il ricorso varesino accolto dal tribunale federale, respinto dalla Corte d’Appello e di nuovo cassato dal Consiglio di Garanzia del Coni, qualche giorno prima che si riaprisse un possibile (anche qui non c’è ancora la certezza) ripescaggio in Serie D.

Tendenza delle previsioni: Serie D o meno, temiamo ricominci presto a piovere, speriamo non a dirotto. Certi lupi il pelo non lo perdono e neppure il vizio, e il vecchio, caro, Varese (che oggi si chiama Città di Varese) sembra stretto da anni in un gorgo di negatività.

Splende il sole sui Mastini dell’hockey. E come potrebbe essere altrimenti? Stagione trionfale, seppur in bassa lega, con Coppa Italia e campionato conquistati, non conferma di coach Claude Devéze, cui il popolo giallonero era molto affezionato, gestita brillantemente (al suo posto uno “svedesone” il cui nome pare un codice fiscale scandinavo: Niklas Czarnecki), mercato scoppiettante e ferma volontà di ripetere il grande slam.

Tendenza delle previsioni: alta pressione stabile (almeno fino a quando sarà il campo a pronunciarsi di nuovo).

Anche perché a Varese il ghiaccio sta diventando una cosa molto ma molto seria: dopo il nuovo palaghiaccio, la Città Giardino si è offerta per ospitare anche il Centro Federale degli sport affini, allungando la mano – forte di tradizione, numero di società presenti sul territorio e risultati ottenuti – verso i 25 milioni in dote alla Lombardia grazie al PNRR. Il centro verrebbe realizzato in mezzo all’Ippodromo le Bettole e la politica si è schierata tutta da una parte, serrando le fila guidate dagli strateghi Davide Galimberti e Matteo Bianchi.

Il problema? Anche Como reclama, forte di una vecchia promessa. Nel derby chi rischia di perderci sembrerebbe Attilio Fontana, che sarà pure varesino ma che non può nemmeno scordarsi di essere il governatore di un’intera Regione.

Tendenza: il Centro andrà a Como, ma Varese otterrà comunque qualcosa in cambio.

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