Estate sta anche per “viaggiare”, per conoscere qualcosa di nuovo, per incontrare, per vivere esperienze diverse. Da un Monastero di clausura cosa possiamo dire di tutto questo? Certo l’esperienza dello spaesamento è frequente, quasi quotidiana: dai cambiamenti del clima e delle stagioni alle notizie che vorremmo fossero diverse prospettando un itinerario diverso per questa nostra umanità e questo nostro mondo; dai cambiamenti personali legati allo scorrere del tempo allo stupore per un meraviglioso tramonto che lascia senza parole; da un incontro inatteso a una Parola che dischiude prospettive nuove: una quotidianità semplice ci fa scoprire tante novità nelle cose di tutti i giorni, ci dischiude itinerari a Km 0 e a scarso impatto ambientale mostrandoci come è vera la frase ripetuta sovente dal Papa “il tempo è superiore allo spazio”.
Bene, ma come parlarvi di questo strano viaggio? Quale guida turistica offrirvi? O quale cartolina mandarvi?
Ecco, crediamo che la “guida turistica” o la cartina ci venga offerta dalla Liturgia con le sue numerosissime Parole (Parole che hanno lo strano potere di dischiudere mondi per la loro strana origine: sono tanto umane quanto divine, ci parlano dei desideri e dei problemi dell’uomo con la voce di Dio, ci raccontano dell’azione di Dio nella storia dell’uomo). Così nel primo mattino della domenica cantiamo Ascoltatemi figli santi e crescete come una rosa che germoglia lungo il torrente (Siracide 39, 13): “crescere”, che strano invito per persone adulte e magari un po’ avanti con l’età! Eppure – salvo problemi musicali o di raucedine mattutina – non ci appare stonato o fuori luogo.
Se siamo entrate in Monastero, se ci siamo chiuse tra quattro mura è perché una prospettiva più grande è offerta ad ogni uomo, un orizzonte in cui non solo camminare, ma anche crescere, sperimentare una grandezza diversa. Insomma, un torrente scorre presso questa nostra umanità perché abbia vita e l’abbia in abbondanza (cfr. Giovanni 10, 10); non tutti lo sanno, noi sì e per non dimenticarcene lo cantiamo appena alzate quando forse vorremmo stare ancora entro il comodo del letto ed il torpore del sonno, ma dobbiamo attingere a quell’acqua fresca e riversarla come possiamo su questo nostro mondo cantando e credendo, ascoltando e ripetendo. Sì, l’ascolto: è quello il nostro mezzo di trasporto privilegiato, quello che ci fa sperimentare l’altro e incontrare l’Altro, staccandoci un poco dal nostro punto di vista. E questo ascolto ci fa scoprire qualcosa di nuovo di noi stessi: siamo figli, non siamo noi l’origine e il termine di tutto, siamo generati, siamo in relazione. E chi ci parla ha l’ardire di chiamarci santi, vede in noi una bellezza e una purezza che noi ignoriamo e che un po’ ci scandalizza: vede in noi quanto il Padre vuole compiere in noi attraverso Gesù, vede in noi la somiglianza con Lui! Ecco la meta del viaggio per questa nostra umanità (non per alcuni pochi prescelti, per tutta l’umanità!). Così ancora cantiamo: Come incenso spargete un buon profumo, fate sbocciare fiori come il giglio, alzate la voce e benedite il Signore per tutte le suo opere (Siracide 39, 14).
Il nostro crescere, il nostro camminare (o, se volete, viaggiare) è paragonato all’incenso che sale e profuma, che riempie di sé un po’ tutto. Eppure è tra le cose più umili perché fa tutto questo scomparendo, consumandosi per proclamare la grandezza di altro. Il nostro crescere, il nostro viaggiare è relativo alla grandezza di Dio, al bene che Dio compie in tutte le sue opere.
Ecco vi offriamo questa pagina della nostra “guida turistica” perché vi accompagni in questa vostra estate: non crediamo sia inconciliabile con i vostri viaggi, anzi! Davanti alle cose belle che vedrete, davanti agli incontri che vivrete, o anche nelle fatiche e nei dolori che un po’ consumano possiate sentire la freschezza di essere chiamati figli, e di essere invitati a crescere fino alla grandezza della comunione in Dio. Certo, è un viaggio più spaesante e sorprendente, a volte un po’ scandaloso perché ha una dimensione in più: quella di Dio. Buon viaggio!
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