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Cultura

LUGLIO (IN)VERSO

RENATA BALLERIO - 14/07/2023

Vittorio Sereni a Luino

Vittorio Sereni a Luino

Saremmo tentati di modificare l’allegro tormentone del 1969 in “Poesia… col bene che ti voglio”.

Luglio è un mese davvero speciale per gli amanti dei versi. Lo è per i componimenti che cantano il settimo mese dell’anno, apparentemente meno poetico di altri.

Eppure sulla tavolozza delle emozioni che solo la poesia può regalare, troviamo infinite sfumature. Dall’afa di luglio di Camillo Sbarbaro a O Luglio, tu sei come un giovanetto di Federigo Tozzi, all’ingiustamente meno noto poeta imperiese Cesare Vivaldi che in pochi versi ricorda il 14 luglio millenovecentoquarantotto, una data della storia. Per nostra memoria ci fu l’attentato a Palmiro Togliatti. Ma non dobbiamo neppure dimenticare gli scanzonati versi in napoletano dedicati da Totò alle bellezze al mare nel mese che ci fa amare l’estate.

Luglio è un mese speciale anche per gli anniversari di poeti nati o morti che si celebrano o si dovrebbero ricordare in questo periodo. L’elenco sarebbe lungo ma alcune date e nomi sono irrinunciabili per un piccolo vademecum di gratitudine verso la poesia. In tempo di vacanze è quasi un viaggio dello spirito.

Il percorso inizia obbligatoriamente il 2 luglio con Wislawa Szymborska, nata cento anni fa. Anniversario importante di una poetessa che in Polonia, sua terra natale, ha venduto tantissimo e che – a detta dei critici – è una delle più amate del mondo per il respiro etico dei suoi versi. E pensare che lei, premio Nobel, ha scritto, con la sua specialissima ironia, un breve componimento intitolato Ad alcuni piace la poesia, affermando che anche tra i poeti forse solo due su mille amano i versi.

Davvero è di nicchia la poesia? Domanda che molti si pongono. La risposta la diede Yves Bonnefoy, grande poeta francese, capace di conciliare poesia e filosofia, anche lui nato nel 1923 e morto il 1 luglio del 2016. È giusto ricordare che è stato studiato, amato e meravigliosamente tradotto dal varesino Fabio Scotto, poeta e saggista. In diciassette anni Scotto ha tradotto 15 libri di Bonnefoy, stella polare per il nostro viaggio nel mondo poetico.

La Poesia – scrisse il poeta francese – urta, urta sempre... Poesia, dunque, non come consolazione ma come continua provocazione. E questo essere turbati – ammettiamolo – piace a pochi. È il motivo per cui, se accettiamo la sfida che ci offrono i versi, dobbiamo nel nostro viaggio fare una tappa importante.

14 luglio 1993 morì nel Chianti, dove da anni coltivava buon vino, Léo Ferré, poeta, cantautore, saggista, anarchico e amico di Giovanni Testori, morto a marzo dello stesso anno. Due poeti che seppero davvero provocare, scuotendo le coscienze. Ferré fu un uomo contro: contro Monsieur Tout Blanc, cioè Pio XII, contro De Gauel in Mon General, contro la pena di morte. È da guardare nelle teche Rai in un filmato in bianco e nero in cui in modo struggente canta un brano di Testori. E Giovanni lo osserva commosso. Una poesia di immagini e di suoni che non può lasciare indifferenti. O meglio ci fa varcare quella soglia evocata da Vittorio Sereni che – nato a Luino il 27 luglio – dedica – e non è un caso – una poesia al suo mese natale. In altro compleanno scrive: A fine luglio quando/da sotto le pergole di un bar di San Siro… E nel nostro viaggio siamo anche noi lì, sotto quelle pergole, seduti e riflessivi. La poesia non va in vacanza.

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