Nulla è stato “business as usual” all’assemblea di Confindustria Varese. In primo luogo la riconferma alla guida di Roberto Grassi, imprenditore di un’azienda tessile di Lonate Pozzolo che vola alto e vicepresidente vicario di SMI, cioè il numero due della Federazione Moda e Abbigliamento. Non era mai avvenuta una riconferma del mandato quadriennale, ma l’eccezionalità del Covid ha portato a un “mini-bis” per un altro biennio. In parallelo sono stati nominati quattro vicepresidenti, di cui tre donne
Poi il luogo: il rinnovato Palazzo del ghiaccio a Varese non è stata solo una scelta logistica per ospitare gli oltre 600 presenti, ma anche un modo per parlare di sport, con eccellenze di atleti paralimpici (Varese ne ha il primato nazionale) come testimonial e con Luis Scola, imprenditore e manager del basket varesino (in video, perché negli Usa a caccia di talenti). Obiettivo: indicare nello sport un aggregatore sociale e un elemento della “Wellness Destination”, strategica secondo Confindustria per Varese
Infine una relazione tutt’altro che scontata e formale, anche sul piano politico. Un vero “manifesto” verso le istituzioni e verso la base associativa, chiamata a promuovere innovazione, partecipazione, benessere aziendale. Un elenco di temi caldi che farà discutere.
PNRR – Gli industriali non hanno fiducia realizzativa nel paese della burocrazia infinita e dei progetti lenti, e “la priorità per il Governo dovrebbe essere quella di riallocare le risorse (che rischiano di rimanere inutilizzate) verso incentivi agli investimenti delle imprese. Una soluzione che sarebbe di rapida attuazione e di sicuro risultato sul Pil”.
MES, – Nelle stesse ore in cui la Camera sospende per quattro mesi il tema Meccanismo Europeo di Stabilità, Grassi tira diritto: “sarebbe più utile per il nostro Paese utilizzare le risorse del MES per interventi di politica industriale volti alla crescita”
Cuneo fiscale – Tema doppiamente sentito a Varese: Per la crescita serve un taglio strutturale. Tema centrale per Confindustria ma ancor più sentito nelle zone di confine, visto il bassissimo peso in Svizzera di tasse e contributi su stipendi e pensioni. Si attendono gli esiti del nuovo accordo tra i due paesi. Obiettivo: alleggerire il carico nelle zone di confine.
Crisi manodopera – La popolazione invecchia e diminuisce ancor più la forza lavoro. Entro il 2031 gli over 65 saliranno dall’attuale 24,5 al 27,5. A Varese si deve poi fare i conti con la “sottrazione” del frontalierato (32 mila unità), la concorrenza dell’area milanese, nonché con i troppi giovani (24.500 nella fascia 15-25 anni) che non studiano e non lavorano (i “Neet”). Negli ultimi 5 anni sono inoltre saliti del 18,4% a ben 65 mila i varesini iscritti all’Aire, i residenti all’estero. Un quadro pesante, in cui, le imprese devono assumersi l’onere della formazione che la scuola non fa abbastanza. Conclusione: manca personale sia qualificato sia non.
Immigrazione – In questo quadro occorrono “nuove e più efficaci politiche di integrazione del flusso migratorio: e ben governato può essere strumento di sviluppo e di progresso economico e sociale”. E le imprese “devono giocare un ruolo fondamentale di inclusione nella società. Molte lo stanno già facendo con processi spontanei. Ma servono anche qui progetti di sistema, nazionali e territoriali”
Giovani e Sostenibilità – Occorre attrarre e conservare talenti, rendere più attraente sotto tutti gli aspetti tanto l’ambiente aziendale (Confindustria Varese è stata la prima a lanciare il Social Progress Index e conta un numero elevato di aziende “Benefit”) quanto il territorio. Sostenibilità “perché ce lo chiede il mondo, ce lo chiedono i giovani ed ora ce lo chiedono anche i consumatori”. Ecco l’idea di Varese “Wellness destination”: una meta per chi ricerca benessere, anche con la leva dello sport, della cultura, dell’arte, del turismo.
Innovazione –Accanto alla tradizione manifatturiera della provincia, “le nostre imprese hanno urgenza di intercettare i grandi cambiamenti tecnologici in atto. Devono parlare la lingua della digitalizzazione”, compresi i temi dell’innovazione di prodotto, di processo e della sicurezza informatica. Certo, ci saranno contraccolpi: “Pensiamo all’impatto di sostituzione di tecnologie e imprese nel settore automobilistico, a quello sul settore della plastica o a quello dell’imballaggio con la normativa contro il monouso”, ma allo stesso tempo occorrono “una nuova sensibilità e “grammatica” per tradurre in vantaggi gli sforzi connessi che le imprese stanno affrontando”.
Sono obiettivi non scontati: è il quadro di una provincia “gentile e innovativa”, che però fa i conti con una posizione solo al 43° posto nell’indice Sole 24 Ore per qualità della vita, all’80° per startup innovative, con una media di dimensione aziendale al di sotto della media lombarda, quindi innovazione e innovazione digitale sotto la media nazionale. La scommessa è quella di fare di Varese una provincia non solo con un brillante passato, ma un futuro per i giovani.
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