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Apologie Paradossali

TRASGRESSIONI

COSTANTE PORTATADINO - 23/06/2023

borderline(O) Succede, talvolta, che da un episodio negativo, da un male oggettivo, nasca un bene. Forse sta capitando a causa del tragico incidente stradale provocato dai ragazzi di The Borderline. Ci si interroga veramente sul senso delle sfide lanciate sui social, sull’uso stesso dei social da parte di adolescenti non curati dai genitori, sulla legittimità di certe proposte rese pubbliche (VIRALI, proprio un virus, una giusta definizione) via internet.

(S) Io ho trovato invece giusto ed interessante un commento del Foglio, a partire da un’osservazione che cito: “le testimonianze locali raccontano che girasse da molte ore per le strade della zona dove è avvenuto lo scontro (la sfida consisteva nel superare le 50 ore di resistenza consecutiva in un’automobile in circolazione) e il fatto era di dominio pubblico e anche oggetto di segnalazioni e di nervosismo. Ma nessuno ha pensato a fermarli, a fare qualche controllo su alcol o droghe. Di controlli sul rispetto dei limiti di velocità neanche a parlarne”. Intendo dire che il gusto della sfida, il piacere, quasi l’obbligo morale della trasgressione si esercita sempre e comunque sulle strade, senza bisogno di uno speciale innesco, di una situazione “borderline” nel senso proprio, psichiatrico, di disturbo della personalità. Quindi, pur riconoscendo l’importanza dell’aspetto educativo (e ci mancherebbe…) trovo giustissimo il richiamo ad un’applicazione rigorosa, quindi anch’essa educativa, del codice stradale, in tutte le situazioni in cui la trasgressione comporti un reale pericolo. Vediamo invece che la solerzia delle autorità, specie locali, si manifesta soprattutto dove è possibile fare cassa, con la sosta vietata e con gli eccessi di velocità rilevati dalle postazioni automatiche, spesso di pochissimi km/h.

(C) Ammetto che mi mettete in difficoltà. Sono un convintissimo assertore della priorità dell’educazione sulla repressione, anche e soprattutto di quella stradale, eppure non c’è nulla che mi infastidisce come vedere impunite le trasgressioni stradali. Soprattutto quelle inutili, come sorpassare chi ha rallentato in prossimità di un semaforo rosso o, peggio, chi si ferma ad un passaggio pedonale. Mi chiedo spesso se il codice della strada valga per le due ruote (motorizzate), quanto a sorpassi, velocità e rumorosità. Mi viene persino il sospetto che la ragione dell’essere motociclista sia proprio nella sfida al destino e per nulla nell’agilità o economicità del mezzo.

(S) C’è una speranza: viene dalla scomparsa del grande trasgressore, sì, proprio Lui, SB. Ha sistematicamente trasgredito le regole dell’urbanistica, delle teletrasmissioni, della politica, dei bilanci societari, della morale sessuale, salvo riuscire sempre ad ottenere sanatorie e assoluzioni a posteriori e persino postume. Passerà di moda anche la trasgressione.

(C) Mah! Quanto al grande trasgressore, ricordiamo quanto invece fosse conformista, per sé e per i sottoposti a vario titolo, su certi aspetti formali: il taglio dei capelli, lo stile del vestire, persino i decori delle cravatte. Non vedo dalla sua scomparsa nascere l’alba di un rinnovamento morale o anche solo legale.

Due proposte, invece: la prima è “meno regole, ma fatte rispettare, sanzionando le trasgressioni in modo proporzionato alla gravità del danno o anche solo del rischio. E non parlo solo di quelle stradali. Meno regole significa anche maggiore libertà d’iniziativa, significa sperimentare la fattibilità di nuove idee. Significa abolire quei divieti che difendono solamente lo statu quo, in definitiva il privilegio di qualche categoria. La seconda proposta (capite bene il paradosso) è usare per l’indispensabile azione educativa, proprio il linguaggio, affascinante e persuasivo della trasgressione, quella metaforica, intendo. Si tratta di imparare ad usare vecchi e nuovi media come li usano gli influencer, che non stanno a fare analisi su quale comportamento sia più corretto o quale prodotto sia merceologicamente migliore, ma sparano un giudizio, un’immagine, un paragone, magari banale, spesso forzato, quasi sempre efficace

(O) Tocca a me, come al rappresentante del mondo giovanile, la conclusione: cerchiamo di guardare ad esso non come ad un vuoto di valori, ma come ad un pieno di desideri, di aspettative, di sogni, di utopie, se volete, che sembra vuoto proprio perché non trova una risposta adeguata in quello degli adulti che, scrivevamo la settimana scorsa, sembra proporre ancora solo la desolante alternativa tra moderatismo secolarizzato e moralismo agnostico. (Leggere, per credere, gli editoriali di Repubblica, in particolare la forzosa contrapposizione di Conchita De Gregorio tra i funerali di SB e di Flavia Franzoni Prodi e le rispettive omelie.)

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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