Si può vendere la macchina, trascorrere tutti i weekend per tre mesi in attesa di essere ricevuti da un direttore, mettere a repentaglio la propria vita religiosa e familiare per pubblicare un libro?
È quanto ha raccontato il musulmano Wael Farouq, docente di lingua araba presso l’Università Cattolica di Milano e autore di numerose pubblicazioni in campo linguistico, letterario e filosofico, a proposito del più famoso e tradotto libro di don Luigi Giussani “Il Senso Religioso”.
L’occasione? La presentazione a Roma della nuova edizione dell’opera del sacerdote lombardo, fondatore di Comunione e Liberazione, a cui ha partecipato anche Sua Eminenza il cardinal Zuppi di ritorno dalla missione di pace in Ucraina. Farouq ha raccontato la riscoperta della sua fede musulmana avvenuta proprio attraverso “Il Senso Religioso”: non nell’ambito di un dibattito intellettuale o teologico, ma con un incontro ben preciso. Attirato dalla risposta atipica di un suo studente, che aveva motivato la scelta di studiare l’arabo con l’invito venutogli da don Giussani di conoscere quella cultura, il docente chiese al giovane di indicargli un testo per approfondire questa insolita posizione di apertura: «Era il 1999, ma ho impiegato più di un anno – spiega – per affrontare il testo. Mi spinse a leggerlo la crescente amicizia con quel ragazzo che ai miei occhi non ricalcava nessuno degli stereotipi occidentali: non vestiva bene, non inseguiva le belle donne, non beveva vino. Lo chiamavamo “il musulmano perfetto”. Erano soprattutto i giudizi del giovane a incuriosire Farouk: “mostravano un uso della ragione che non avevo mai incontrato prima».
Da quel momento il docente musulmano fa di tutto per tradurre e far pubblicare il libro in Egitto: uno scritto di un prete cattolico in un Paese arabo!
«Nessuna casa editrice infatti – racconta – prendeva neanche lontanamente in considerazione l’idea. Allora ho venduto l‘automobile ed ho fondato una mia casa editrice: una volta pubblicato il Senso Religioso ho iniziato a distribuirlo quasi gratis lasciandolo ai giornali, alle biblioteche, ai centri culturali de Il Cairo».
Da cosa è stato colpito il docente islamico? «È un testo che riporta la ragione al cuore della riflessione. Risponde infatti alle numerose domande che l’epoca moderna suscita in me musulmano, trascinandomi dietro un dualismo continuo tra ragione e religione, fede e realtà. Dualismo che ho risolto solo dopo avere letto questo libro».
Un giorno un sacerdote amico di Farouk, don Ambrogio Pisoni, gli propone di presentare il libro a quella che è l’istituzione culturale più prestigiosa della nazione: la Biblioteca di Alessandria. Nel frattempo sui giornali egiziani erano usciti cinquanta articoli su “Il Senso Religioso”. «Li ho raccolti in un file – prosegue il docente - e sono andato dal Direttore della Biblioteca che ovviamente ha rifiutato di incontrami. Ogni week end viaggiavo per quattro ore tra Il Cairo e Alessandria. Facevo anticamera per altre sette-otto ore davanti alla sua porta. Ero diventato amico dei bibliotecari e delle segretarie che avevano cominciato a chiedermi di portare lettere e pacchi tra le due città, una specie di postino. Dopo tre mesi però ho gettato la spugna dicendo: non posso fare più questa vita. Allora sono state le stesse segretarie e bibliotecari a fare pressione sul Direttore perché mi ricevesse. Alla fine mi ha concesso un’aula della Biblioteca. Da allora ho organizzato più di 50 presentazioni dell’opera in Egitto».
“Il Senso religioso” ha fatto molta strada nel mondo arabo. Lo scorso agosto sul palco del Meeting di Rimini uno degli esponenti più importanti dell’Islam Mohammad Bin Abdulkarim Al-Issa ha detto: «Don Giussani è una guida spirituale che tutti dobbiamo seguire perché il primo passo per realizzare una convivenza più pacifica comincia proprio dalla percezione del senso religioso». Che detto dal segretario generale della Lega musulmana mondiale non è cosa da poco.
You must be logged in to post a comment Login