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Società

L’ESERCITO DELLA BONTÀ

LUISA OPRANDI - 02/06/2012

Il logo del servizio civile

Molti iniziano già dall’età giovanile ad entrare nella grande famiglia del volontariato: una realtà che nel nostro territorio fa la differenza, rispetto a tante difficoltà economiche ed organizzative del sistema pubblico nel rispondere ai bisogni di buona parte di popolazione, dai bambini agli anziani, dai nativi agli immigrati.

Le associazioni di diversa natura, le comunità parrocchiali, le molteplici realtà educative per i ragazzi, le scuole e un consistente numero di nuclei familiari fondano proprio sul valore della presenza volontaria nel sociale buona parte del proprio progetto di crescita e di inserimento attivo nella collettività di appartenenza.

Altrettanto numerosi sono i pensionati e gli anziani che, sentendosi ancora in grado di contribuire al benessere della collettività, scelgono di dedicare il tempo a disposizione a favore di persone in situazione di necessità o a supporto di iniziative sul territorio.

Dalle “banche del tempo” alle mense per i bisognosi, dalla presenza come animatori negli oratori all’organizzazione di attività nei centri diurni per anziani o a sostegno dei malati, dalla Caritas alle iniziative ambientali e culturali, dal volontariato a favore dei carcerati all’accoglienza dei cittadini di recente immigrazione, dall’educazione dei ragazzi allo sport per disabili: i varesini da sempre rispondono in modo positivo alle urgenze che il contesto storico e sociale presenta.

Aspetto sicuramente interessante è il percorso di educazione alla solidarietà che le scuole e le associazioni ed agenzie educativo-formative per i giovani mettono in atto. Basti pensare che ogni scuola superiore della nostra provincia ha al proprio interno uno sportello per il volontariato e che alcuni istituti hanno da oltre un decennio inserito nel proprio Piano dell’Offerta Formativa progetti significativi di formazione della persona attraverso esperienze di solidarietà, intessendo rapporti di collaborazione con centinaia di realtà territoriali. Il servizio civile inoltre è scelto da molte ragazze e ragazzi, al termine del corso di studi superiori, con la consapevolezza che sia un momento fondamentale della propria crescita e della costruzione della dimensione partecipativa cui la maggiore età li chiama.

Significativo è anche il numero di diplomati che scelgono di proseguire gli studi nelle facoltà che si occupano di cooperazione internazionale ed economia del no profit, così come quello di coloro che investono qualitativamente sul proprio futuro vivendo periodi di volontariato all’estero, anche in situazioni e contesti di grande povertà sociale.

Dentro lo scenario globale del solipsismo e della valorizzazione dell’interesse personale o corporativistico, cui ampi settori della vita sociopolitica ci hanno purtroppo negli anni abituati, sarebbe opportuno che le comunità locali valorizzassero maggiormente le tante persone che si dedicano agli altri attraverso la cura delle comunità e dei loro bisogni, dell’ambiente e delle sue risorse, dei giovani e del loro futuro, degli anziani e della loro serenità di vita, dei malati e del loro sollievo, degli immigrati e della loro accoglienza. Ma soprattutto sarebbe utile che le amministrazioni, prendendo spunto proprio dalla ricchezza che il nostro territorio offre in termini di solidarietà, favorissero la costituzione di contesti abitativi, rionali, territoriali utili a valorizzare il mutuo sostegno, la condivisione, la reciproca collaborazione. Affinché le nostre città siano pensate, volute e costruite nella prospettiva di diventare luoghi naturali della solidarietà sociale, della relazione e della condivisione.

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