È così designata una scuola di pensiero cinese con risvolti religiosi, che risale all’opera di Kung Fu (551-479 a.C.), latinizzato in Confucio, capace di portare rimedio alla disgregazione spirituale e morale della Cina del tempo, godendo in questo ruolo il Confucianesimo quasi sempre dell’appoggio dell’Imperatore cinese unificato (221 a.C.- 1911 d.C.).
Era il tempo del progressivo indebolimento politico della dinastia Zhou, cui era rimasta l’autorità religiosa nell’affermazione di un sistema feudale che frantumava il potere tra vari principi e nobili in lotta. Confucio nasce nel 551 a.C. nel piccolo principato di Lu, nella provincia di Shandong, non discendeva come da tradizione posteriore da dinastia reale Shang, ma da una classe di di funzionari esecutori di riti e cerimonieri presso le varie corti. Prima sovrintendente dei granai, poi insegnante a Luoyang, compì ricerche negli archivi. Qui sarebbe avvenuto l’incontro con Laozi, fondatore del taoismo.
Fuggito in esilio nel 517 a.C., ne tornò per dedicarsi all’insegnamento con intenti di riforma religiosa e politica, illuminando gli uomini sul li (il retto comportamento), tramite la reinterpretazione e la codificazione dell’eredità religiosa, spirituale e morale del passato. Nel 501 a.C. Confucio venne nominato dal principe Dung di Lu governatore del territorio di Zhung-du, nel 499 assistente ministro dei lavori pubblici, nel 498 ministro della giustizia. Caduto in disgrazia, tra il 497 e il 483 a.C. intraprese viaggi per tutta la Cina, accompagnato dai discepoli. Quindi si dedicò a raccogliere e conservare le testimonianze e le memorie dell’antichità. Sarebbe l’autore degli Annali di primavera e dell’autunno (Storia del principato di Lu dal 722 al481 a.C.), nonché il compilatore del Libro dei documenti, del Libro delle Odi e del Libro della Musica e pure l’autore del Libro dei mutamenti, pilastri fondamentali della cultura religiosa e politica cinese (la mitica Cina antica come modello del presente). Confucio morì nel 479 a. C.
Tra i pensatori confuciani, mentre Xunzi (312- 238 a.C) nutre una concezione pessimistica riferendosi alle tendenze dell’uomo, Zhu Xi è considerato il pensatore più sistematico e il padre dell’ortodossia. Confucio ritiene che la riforma della collettività debba passare solo attraverso la riforma della famiglia e dell’individuo, sviluppando prima la propria personalità e prima ancora nobilitando il proprio cuore, previa la resa veritiera del proprio pensiero e il perfezionamento del proprio sapere.
La virtù è una ricchezza interiore da acquisire rispetto a una natura umana in se stessa né buona né malvagia e perciò da coltivare. Tre i gruppi degli uomini pertanto: i saggi, come gli imperatori dell’antica Cina, i nobili, gli esseri umani, che formano la massa. L’uomo va armonizzato con l’ordine generale del mondo, qualificandosi per il rispetto, la cortesia, il tatto, il decoro, l’autocontrollo e il culto corretto reso al mondo divino e agli antenati. Li è la forza cosmica che dà forma e ordine allo Stato e alla famiglia. La benevolenza verso i simili deve risultare proporzionata a una precisa gerarchia di legami politici e famigliari.
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