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Società

LIBERA, AUTENTICA

RENATA BALLERIO - 05/05/2023

3maggioLa proliferazione delle giornate internazionali dedicate a sensibilizzare l’opinione pubblica su problemi di interesse generale è un dato ormai noto. Per alcuni certe ricorrenze sono inutili e troppe. Solo a maggio se ne contano una ventina, oltre a quelle fondamentali, come il 1 maggio e il 9, festa dell’Europa e giorno destinato a ricordare in Italia le vittime del terrorismo. Quasi tutte (persino la giornata della risata) sono, piaccia o no, irrinunciabili occasioni di riflessione, che non dovrebbero essere mai né scontate né ingessate in formalismi. Si sa che repetita non sempre iuvant, perché il rischio della ossessiva ripetizione dell’ “attenti al lupo” può trasformarci in Pierini che non solo non credono al lupo  ma – soprattutto – troppo spesso diventano, per reazione, disattenti.

Su certe questioni. invece, non deve mai venir meno l’attenzione. Ovviamente non basta avere la coscienza a posto con il rispetto della ricorrenza, come per il 3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa, e  per il 2, giornata mondiale dei blogger. Quest’ultima forse meno nota, e di più recente istituzione, meriterebbe un dibattito significativo e approfondito. Due date vicine per fortuita coincidenza, ma che mai come ora sono da considerare quasi inseparabili. Vari i motivi di riflessione: il rapporto tra libertà e responsabilità, l’evoluzione delle modalità comunicative, di cui i blogger sono stati rivoluzionari protagonisti, la democrazia resa tale se vi è una informazione autentica. È, dunque, doveroso ricordare il motivo per cui sono state scelte queste date. A volte anche le semplici informazioni sono formative.

La giornata della libertà di stampa è stata istituita trent’anni fa. È interessante ricordare quanto scritto sul sito del Consiglio d’Europa, la cui premessa è intitolata, Giornalisti in tempo di crisi.

Il Consiglio d’Europa, si legge, preoccupato dall’erosione della libertà di stampa nelle situazioni di crisi, (guerre, terrorismo, minacce che incombono sulla stabilità) ha adottato tre documenti particolarmente significativi: una Dichiarazione sulla libertà di espressione e di informazione nei media nel contesto della lotta al terrorismo, delle Linee Guida sulla protezione della libertà di espressione e di informazione in tempi di crisi e una Dichiarazione sulla protezione e la promozione del giornalismo d’inchiesta. Vale davvero la pena rileggerle anche oggi.

E non dimenticare che la data di tale giornata internazionale, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, fu scelta per ricordare il seminario dell’UNESCO tenutosi  dal 29 aprile al 3 maggio del 1991 in Namibia, a Windhoek, per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana.

Quell’incontro si concluse con una Dichiarazione in cui si affermavano dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani.

In fondo la storia della libertà di stampa deve farci ricordare le varie forme in cui la libertà di espressione fu negata o viene oscurata, anche in modo subdolo. E con essa i diritti. Se ben note sono le veline fasciste, indicazioni di censura anche preventiva e manipolatrici della realtà, proprio per questo è importante ricordare una frase di Mussolini: “Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime: è libero perché, nell’ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione”. Alla nostra coscienza come pensare al valore – da difendere sempre – della libertà di espressione.

Questo chiesero i blogger riunitisi in un’isola delle Filippine: volevano una giornata, che di fatto fu riconosciuta dall’Onu nel 2010, per ricordare i non pochi blogger morti per difendere fino alla fine la propria libertà di parola, denunciando violenze e soprusi spesso taciuti dai media tradizionali.

Forse anche in questo maggio del 2023 possiamo dimostrare che la stampa e i blogger non sono solo chiacchiere. Una risposta al filosofo Kierkegaard convinto – e poco importa se lo scrisse nel 1800 – che “l’enorme scoperta della stampa ha favorito la diffusione di quelle chiacchiere che altrimenti sarebbero morte sul nascere”. A noi fare la differenza.

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