Presso la Pinacoteca Cantonale Züst di Rancate è visibile sino al 3 settembre la mostra dedicata a Filippo Boldini.
Spiega la direttrice Agliati-Ruggia: «Per una volta non proponiamo un artista ‘dimenticato’ ma un artista molto conosciuto e collezionato nel Cantone Ticino, di cui però tutti ignoravamo parte della produzione. Esponiamo oltre duecento dipinti e disegni, molti donati dal pittore a collezioni pubbliche, tra cui sedici inediti di proprietà privata, bozzetti realizzati su heraklith”… preparatori di affreschi che documentano la partecipazione del pittore a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici, realizzati fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento.
Dopo il 1929 anche il Canton Ticino subisce una profonda recessione: la pittura su cavalletto non trova committenti e il pittore non ha entrate, in casa si vive sullo stipendio di cassiera della moglie; Boldini affianca alla realizzazione di mosaici e bassorilievi per monumenti funerari, la partecipazione ai concorsi pubblici per la decorazione di edifici pubblici che il Cantone propone per aiutare economicamente i pittori perché non possono avere il sussidio di disoccupazione. Le numerose partecipazioni, che costituiscono un’irrinunciabile occasione lavorativa, sono emerse dallo spoglio dei giornali dell’epoca effettuato da Alessandra Brambilla, che ha ricostruito le vicende personali e artistiche del pittore, schivo, garbato, elegante che non ha nulla dell’artista maledetto stravagante. Dopo l’esposizione a Locarno del 1959, organizzata dall’amico e collega Virgilio Gilardoni, Boldini raggiunge la notorietà.
Nelle sue opere è forte l’influenza del Quattrocento toscano, di Beato Angelico e Masaccio in particolare, che ha ammirato e studiato durante il suo unico viaggio in Toscana negli anni Venti, di Carrà Morandi Cézanne Braque; Barzaghi, suo maestro, Cotti Gilardoni e Piero Bianconi sono gli artisti a lui più vicini, gli amici di via Cassarate.
Fiori, nature morte, figure, temi religiosi, paesaggi sono i temi delle opere di stampo naturalistico negli anni Trenta, cui segue la fase impressionistica, quella cubisteggiante intimistica degli anni ottanta; predilige le atmosfere soffuse i colori pastello i rosa gli azzurri i verdi teneri della primavera.
La mostra segue un andamento tematico e cronologico. Nelle due sezioni ‘Maestri e colleghi’ e ‘Amici di penna e di pennello’, accanto a un suo ritratto in gesso dello scultore Mario Bernasconi, sono esposte opere realizzate nel periodo della formazione accanto a opere che l’artista aveva donato agli amici, come pegno di amicizia, come il Paesaggio, dai toni malinconici regalato a Claudio Nembrini. La terza sezione ‘Progetti per concorsi pubblici’ propone i bozzetti ad affresco e a olio realizzati a partire dagli anni Trenta per partecipare a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici, come Agricoltura, Edilizia, Emigrazione – il cui motto identificativo è “777”- presentato nel 1951 per la decorazione dell’aula magna della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona che è oggi il Tribunale penale federale, o con il motto “Attività paesana”
La quarta sezione ‘La Dolce Annaly’ è interamente dedicata alla figlia: il padre fissa affettuosamente nella tela le tappe della crescita della bambina che una malattia degenerativa porterà precocemente alla morte nel 1953.
La Sala delle capriate ospita la quinta sezione: ‘I temi della pittura di Boldini’ una vera esplosione di colori di fiori, nature morte, paesaggi. Boldini in un’intervista dichiara: …«ho sempre mirato alla stilizzazione…un addentellato è da cercare nella pittura del Quattrocento e del Novecento italiano, specie toscano. Però sempre al di qua della dissoluzione dell’oggetto. Se a questa dissoluzione io possa arrivare in futuro è imprevedibile, e non sarebbe innaturale, al punto presente. Seguo con interesse le esperienze informali sincere».
Accanto a questi bozzetti sono esposte a Rancate le opere di Boldini presenti nelle collezioni pubbliche luganesi e conservate al MASI e al Comune di Paradiso. Una rassegna quindi preziosa, frutto della collaborazione tra istituti diversi, ma anche complementari, a cui si aggiunge il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona, depositario da alcuni anni di opere di proprietà del Comune di Paradiso.
Completa la mostra un esaustivo catalogo, edito da Fontana print sa., che contiene due ampi saggi: di Alessandra Brambilla su Boldini e di Cristina Brazzola e l’inventario completo e illustrato delle opere e dei lasciti del Boldini.
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