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Attualità

VARESE CHE INVECCHIA

SANDRO FRIGERIO - 21/04/2023

DISTRIBUZIONE % DELLA POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETA’ (Fonte: nostra elaborazione su dati Istat)

DISTRIBUZIONE % DELLA POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETA’
(Fonte: nostra elaborazione su dati Istat)

Quanto vale l’immagine di una provincia spaccata in due, che abbiamo riportato in più occasioni in questi mesi, con le segnalazioni che vanno dalla Camera di Commercio all’Istat? Per non parlare di un tessuto industriale che in questi anni ha visto nel Varesotto spostamenti di proprietà e di sedi (Aermacchi – Leonardo, Whirlpool), mentre Confindustria Varese nei prossimi anni sposterà la sede da Varese a Castellanza (anche se, si sottolinea in Piazza Monte Grappa, “Varese continuerà ad essere sede di rappresentanza e istituzionale”)?

Il tema è suggestivo in un momento in cui l’amministrazione Varesina sta mettendo in pista il nuovo PGT, il Piano di Governo del Territorio che, sottolinea il sindaco Galimberti “si integrerà con le strategia di sviluppo e le previsioni anche del Pnrr”. Qualche piccolo segnale di risveglio c’è: la provincia nel 2022 sembra aver interrotto il trend del calo demografico. Se in Italia la popolazione residente è calata del 3%, spingendo la popolazione sotto i 59 milioni con nascite per la prima volta sotto le 400 mila, la Lombardia ha segnalato un +0,8%, grazie soprattutto a un + 1,5% di Milano, spinta dai nuovi arrivi dall’Italia e dall’estero, e da un +1,3% della vicina Monza Brianza. La provincia di Varese, quanto meno, è rimasta stabile, dopo i segni meno degli anni precedenti, che però erano segnati pesantemente dal Covid.

Lo scettro di comune più popoloso resta saldamente nelle mani di Busto Arsizio: sono passati 13 anni da quando, nel 2010, avveniva il sorpasso: quell’anno la città saliva da 81.574 abitanti del 2009 a 81.760, mentre Varese scendeva da 81.889 a 81.684. Il gap a favore di Busto è andato costantemente allargandosi e ora, secondo stime Istat, è dell’ordine degli 83.150 abitanti per Busto Arsizio e dei 78.700 per Varese. Come si è generato? Da una parte un “saldo naturale” (cioè la differenza nati – morti) più favorevole al “capoluogo del Sud” della Provincia. In questo secolo, Busto ha avuto più nati e meno morti di Varese: una discrepanza che probabilmente si spiega con una popolazione leggermente più giovane. Per fare un esempio: i bambini oggi in prima elementare sono nati nel 2016, quando Busto registrava 632 nati e 824 morti, contro i 583 e 977 di Varese. Dall’altra parte, per molti anni Busto ha attratto più abitanti da altri comuni di quanti nel abbia persi, ll contrario di quanto ha fatto Varese fino a circa 10 anni fa, quando il trend negativo si è fermato. In fondo, chi lavora a Milano è più facile che trasferisca sé e la famiglia nella parte sud della provincia varesina. Un fenomeno peculiare è quello dei frontalieri che lavorano in Svizzera (32 mila in tutta la provincia): “Sono cresciuti in provincia, ma sono calati a circa 2700 in città, restando quella soglia del 4% che consentirebbe di ricevere direttamente i ristorni fiscali: milioni di euro che ci tornerebbero utili”, riconosce la vicesindaca Ivana Perusin, il che vuol dire che la città ha perso a favore dei comuni limitrofi (abitativamente più accoglienti?).

Varese è “più vecchia” di Busto: I residenti di almeno 65 anni sono il 24,8% a Busto, il 26,9% a Varese. Gli “under 15 sono viceversa il 12,5% l’11,3%, mentre più simile è la composizione del grosso gruppo intermedio in età lavorativa 15-64 anni (62,6% Busto e 61,8% Varese. Ancora più giovane risulta peraltro Gallarate, dove i tre gruppi sono rispettivamente il 23,7%, il 13,4% e il 62,8%. Como è quasi anziana quanto Varese, visto che i 65enni e più sono il 25,8% Non è tutto: se gli over 80 sono l’8,5% a Busto Arsizio, il 7,9% a Gallarate e ben il 9,4 a Comoe il 9,9% a Varese.

Abbiamo provato a scomporre la popolazione per categorie leggermente diverse, tenuto conto dell’età media in cui si entra effettivamente nel mondo del lavoro e abbiamo adottato quindi la soglia dei 19 anni per chi ancora studia e lavora invece di quella tradizionale dei 14. Ebbene Varese appare ricca di “MIllennials” ma povera di “Generazione Z”, con valori di circa un punto superiori nel gruppo 20-39 anni (21,7% della popolazione contro il 20,8% di Busto, 20,9% di Gallarate), ma è ben al di sotto nella classe 0-19 con il 15,8% contro il 17,3 e il 18,3% degli altri due poli della provincia (mentre è in linea con Como).

Sembrano numeri aridi, ma è prevedibile che da questi possano emergere conseguenze per il mercato del lavoro, per quello immobiliare e soprattutto per la richiesta di servizi sociali. Nei prossimi anni la città potrà scontrarsi con una penuria di giovani per il lavoro, mentre ci sarà una maggiore richiesta per cura e servizi agli anziani. Tenuto conto che gli interventi annunciati dal Comune riguardano in modo significativo le strutture per l’infanzia, ma non c’è nulla per gli anziani, la lodevole intenzione di sostenere le famiglie e le madri che lavorano, potrebbe scontrarsi con l’insufficienza di supporto per gli stessi anziani e per chi in famiglia deve prendersene cura. A uomo avvisato….

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