Queste parole sono parte del titolo di un concorso promosso per le scuole superiori dall’associazione Calogero Marrone di Varese con la partnership di due testate locali: “Da Caino a Calogero (Marrone): la responsabilità rende liberi.”
Si è chiesto ai giovani studenti di analizzare la scelta di Marrone ponendo il focus su un esempio di responsabilità civica che si fa lezione di profonda umanità.
Riflettere sul concetto di responsabilità serve a tutti, in particolare alle nuove generazioni che si sentono richiamate a essere responsabili su vari fronti in una società in cui gli adulti ricorrono al termine troppo spesso, non essendo sempre in grado di dimostrarne l’applicazione alla realtà delle loro azioni.
Questo perché abbiamo perso il senso profondo del suo significato originario: la radice della parola deriva dal latino respondere, rispondere.
Respons-abilità è, alla lettera, l’abilità nel dare risposte, nel riconoscere e accettare che le nostre azioni, i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri atteggiamenti possano produrre risultati che ci impegnano nei confronti degli altri.
Nella Giornata della Memoria l’Associazione dedicata al Giusto tra le Nazioni Calogero Marrone ha proposto l’ampliamento di questo tema perché sollecitasse i giovani studenti a riflettere sull’esempio di un uomo che si assunse la piena responsabilità di ciò che stava facendo, avendo consapevolezza di operare contro le leggi vigenti. Avendo prodotto falsi documenti di identità per ebrei e antifascisti durante lo svolgimento del suo lavoro di funzionario pubblico, pagò con la vita la scelta compiuta. A differenza di Caino che alla domanda di Dio «Dov’è Abele, tuo fratello? rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”» (Genesi 4,9) negando di aver compiuto il gesto malvagio.
Ci sembra interessante proporre alcune righe stralciate dai lavori prodotti dagli studenti che hanno ben individuato il valore del concetto di responsabilità fornendo spunti di riflessione a noi adulti.
“Caino è rimasto ancorato al suo gesto, non ha mostrato alcun pentimento o rimorso di fronte alla domanda di Dio. Pure Calogero non ha mostrato incertezze o ripensamenti quando fu torturato in carcere dopo l’arresto, non accettando di collaborare con i nazifascisti né di denunciare i collaboratori del gruppo con cui operava. Entrambi hanno avuto la libertà di scegliere se essere responsabili: l’uno rispose con l’indifferenza, l’altro con coerente fermezza”.
“Benché il concetto di responsabilità possa sembrare affine a un dovere, mentre quello di libertà a un diritto, io li vedo come due facce di una stessa medaglia, giacché ogni diritto mi sembra reggersi su un dovere. Dunque la libertà, ovvero il diritto di scegliere, implica necessariamente il dovere della responsabilità per le proprie scelte, nel bene e nel male.”
“Ci sono casi in cui mettere davanti a ogni cosa la responsabilità comporta la rinuncia ai nostri interessi a favore del bene comune.”
“La responsabilità è il prezzo per avere la libertà; responsabilità significa portare sulle proprie spalle quello che si ritiene essere giusto, rispettarlo e metterlo sempre al primo posto.”
“L’assunzione delle proprie responsabilità è un atto di coraggio che è difficile compiere, spesso le cose si fanno senza pensare, ma ad ogni azione corrisponde una reazione e sta alla persona prenderne consapevolezza e riconoscerlo.”
“Calogero fu chiamato ad assumersi la responsabilità delle vite di numerosi ebrei e non oppose un comprensibile rifiuto. Questa per lui era la vera libertà: non mostrarsi indifferente per rispetto verso i diritti di ogni uomo.”
Le parole dei giovani potranno ritornarci in mente quando, assistendo all’ennesimo abuso della parola responsabilità da parte di persone che occupano posti di rilievo nella gestione della cosa pubblica, sapremo riconoscere l’ipocrisia che sottostà a talune pompose dichiarazioni fine a se stesse.
“Mi prendo la responsabilità di quello che ho fatto o detto!” può significare che ciò è stato fatto o detto lo si è proprio voluto esplicitare così, a dispetto dei rilievi posti da altri cittadini a cui non si vogliono fornire le necessarie spiegazioni.
Allo stesso modo risultare poco sincero il ritornello presente nei discorsi di alcuni politici “Mi assumo io tutta la responsabilità di questo progetto/atto/legge” respingendo le proposte degli altri così impoverendo la partecipazione democratica.
Parole e toni nelle dichiarazioni sopra citate che suggeriscono il contrario del concetto della tanto declamata responsabilità, rilevando al contrario ostilità, presunzione e arroganza nell’esercizio del potere.
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