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Attualità

LA PARTITA DELLA SOSTA

SANDRO FRIGERIO - 14/04/2023

??????????????????????????Tanto tuonò che piovve. O piovigginò, visto il clima perdurante. Nelle scorse settimane, in un’intervista a RMFonline, il direttore di Confcommercio Varese Roberto Tanzi osservava come in centro città il numero dei permessi di parcheggio gratuito ai residenti saturasse quasi il totale dei posti, lasciando pochi spazi a visitatori e clienti dei negozi. A sua volta, la vicesindaca Ivana Perusin, pur condividendo la preoccupazione, ha sottolineato la penuria endemica di posti auto privati in città. Da qualsiasi parte è una coperta corta, di cui si è parlato nell’ultima seduta di consiglio comunale.

La scintilla è stata un intervento di Luca Boldetti (Polo delle Libertà), perplesso su una serie di aspetti, dalle tariffe del Park&Bus (l’utilizzo dei parcheggi di periferia dove prendere l’autobus a prezzi poco più che simbolici) ai costi del parcheggi per pendolari e utilizzatori frequenti. Tra le richieste, l’eliminazione della gratuità per le auto elettriche ed ibride, che non sono esattamente nelle grazie del centro-destra, e una rimodulazione del Park & Bus che privilegerebbe chi arriva al parcheggio periferico con la propria auto rispetto a chi si muove solo con i mezzi pubblici (però la tariffa integrata regionale IVOL “io viaggio ovunque in Lombardia” già comprende tutti i trasporti pubblici).

Le richieste sono state respinte dalla maggioranza, che notava come gli ultimi ritocchi di un Piano Parcheggi che risale al 2017 – e quanto meno non chiudeva gli occhi davanti ai problemi – siano stati proprio per le auto elettriche, e risalgano solo allo scorso anno. Il problema però resta. L’avvio delle procedure per il nuovo PGT, il Piano Generale del Territorio, può essere l’occasione per rivedere obiettivi e misure. Ma come?

Il tema non è un’esclusiva varesina. Senza arrivare agli estremi di città come Londra, dove parcheggiare in centro per i non residenti può arrivare a costare quasi dieci euro l’ora, basterebbe guardare centri come Como o la stessa Milano per comprendere che il problema è generalizzato. Il patrimonio edilizio dispone di pochi garage privati e alla fine occorre decidere chi favorire.

Giovanni Goria, politico Dc astigiano, prematuramente scomparso a 50 anni nel 1994 e tra il 1987 e il 1988 più volte ministro e presidente del Consiglio, diceva “Siamo uno strano paese: tassiamo chi spende soldi e acquista un garage levando le auto di strada per lasciare quegli spazi a chi gratuitamente ci lascia la sua occupando il suolo pubblico”. Parole ragionevoli ma che difficilmente acchiappano voti.

Le amministrazioni comunali finiscono così col cercare di accontentare la “clientela” dei residenti locali, contando sul fatto che di giorno i residenti lascino libero il posto in strada e altrettanto facciano i non residenti la sera lasciando libero lo spazio a chi torna a casa. Controprova: nel capoluogo lombardo le tariffe sono azzerate per i “residenti” (che votano) e sono pari a 250 euro/anno per i “domiciliati” (che non votano), e ancor più per le altre categorie.

In una città dalle vie strette come Varese, si è cercato di salvare capra e cavoli, prendendo qualche misura come l’ora di sosta gratuita tra le 13 e le 14 per favorire chi va a pranzo e i relativi ristoratori, ma è difficile fare miracoli accontentando tutti. A maggior ragione se tra gli obiettivi ci sono l’alleggerimento del traffico in centro e uno spostamento dei movimenti verso il trasporto pubblico. E poi ci sono le abitudini: anche i varesini che trovano del tutto normale parcheggiare l’auto alla fermata di Lampugnano, quando vanno a Milano, per proseguire poi con i mezzi pubblici, sono pronti a lamentarsi se non trovano posto per l’auto davanti al negozio preferito o al posto di lavoro quando sono in centro a Varese, città che peraltro durante il giorno è svuotata da migliaia di pendolari e frontalieri in uscita.

Inevitabilmente, la strada passa per più parcheggi pubblici, oltre a favorire la realizzazione di parcheggi privati nel caso di ristrutturazioni edilizie. Ma dalle parole ai fatti come si passa? Per ridurre gli spazi occorrono i multipiano, anche interrati, ma chi paga? Ancora: un altro obiettivo dell’Amministrazione come realizzare delle piste ciclabili in centro (l’asse Magenta – Monte Grappa per le due ruote è da brivido) a scapito di pur poche decine di parcheggi, creerebbe una concorrenza tra il “partito delle due ruote” e quello degli automobilisti. E a sua volta, l’amministrazione comunale, fino a che punto dovrebbe rinunciare ad altre spese, servizi sociali in testa, per permettere sosta a costo zero? Non è una partita a costo zero e gli interessi in gioco sono contrastanti. Non si tratta solo di colorare in modo diverso le cartine dell’urbanistica varesina, ma sono scelte, anche di investimento, che incideranno per anni, in grado di spostare soldi e voti.

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