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Attualità

CITTÀ FEDERATA

CESARE CHIERICATI - 14/04/2023

vareseI Pgt (Piani di gestione del territorio), gli ex Piani Regolatori per intenderci, sono una sorta di Costituzione immateriale dei Comuni. Dicono o dovrebbero dire in che direzione una città intende andare facendo possibilmente riferimento a scale di valore più grandi di quelle dei propri confini storici. Spesso questi monumentali documenti sono esercizi di raffinata ricerca, ma talvolta destinati ad essere del tutto o in parte disattesi per convenienze politico affaristiche, per mancanza di risorse proprie dei Comuni con conseguente immobilismo nell’orientare in una direzione o nell’altra il futuro di una città (vedi Varese 2051). Oggi anche la città giardino è alle prese con una non facile ridefinizione delle proprie vocazioni – al via i lavori per il nuovo Pgt – alla luce del processo di deindustrializzazione subito negli ultimi decenni.

Ciò nonostante, a nostro giudizio, possiede ancora le caratteristiche per poter riaffermare il suo legame con il passato industriale. A patto che si rispettino alcune condizioni: preservare un ambiente vivibile e custodirlo con rigore perché è noto a tutti che le imprese della soft economy, quelle cui deve ora guardare Varese, non mettono tende in città congestionate, maltenute e omologate dalla grande distribuzione; garantire nel contempo la permanenza di industrie, soprattutto a tecnologia leggera, diffuse a pelle di leopardo nel territorio circostante; potenziare il “polo della conoscenza” insubrico che può contare su ben sei Università, italiane e svizzere, collocate rispetto a Varese su un diametro di una trentina di chilometri.

“Da sempre – ha scritto anni fa Lorenzo Ornaghi, all’epoca Rettore della Cattolica di Milano – le università hanno, oggi assai più di ieri, un ruolo di volano nello sviluppo non solo culturale ma anche economico e sociale, di una regione; sfruttare al meglio i collegamenti ferroviari, quelli con Milano, con la Svizzera via Mendrisio-Lugano e quindi con il Nord Europa e Como. Una situazione migliorabile se venissero raddoppiati binari e conseguente capacità delle tratte Varese – Induno Olona e Malnate –Varese – Laveno ancora a binario unico.

Lo ha rammentato su RMFonline, sabato 8 aprile, Costante Portatadino. Insomma la città giardino può contare oggi su una centralità ferroviaria sconosciuta fino al 2018 e su una discreta connessione con l’aeroporto di Malpensa, scalo in costante sviluppo ma inserito in un contesto ambientale delicato (la brughiera) da tutelare assolutamente.

Musica assai diversa invece per i collegamenti stradali che restano storicamente problematici per antica e irreversibile miopia progettuale. Con il nuovo Pgt Varese dovrebbe poi: accelerare nella riscoperta del proprio dna turistico che passa attraverso un coraggioso e razionale rilancio del Sacro Monte (patrimonio Unesco) del Campo dei Fiori e del Lago di Varese. Quest’ultimo è in via di parziale guarigione dall’endemico inquinamento di cui fu vittima negli ultimi cinquanta – sessant’anni; insistere nel potenziamento del turismo sportivo: canottaggio, pallacanestro, ciclismo, ippica ed escursionismo, nelle diverse declinazioni, trovano nel territorio prealpino una meta ideale; difendere e valorizzare lo straordinario patrimonio verde che Varese si ritrova: 26 ville tutelate dalla Legge Nazionale sui Parchi e altre 120 protette dal vigente PGT perché di interesse storico.

Non vi è dubbio quindi che la città giardino possa seriamente candidarsi a diventare una delle capitali ambientali del nostro paese. È infine evidente che il futuro della città non può più essere immaginato e pensato all’interno dei propri confini, ma al contrario riguarda un “area vasta” di almeno ventisei comuni che, in qualche misura, gravitano sul capoluogo cui spetterebbe l’iniziativa di coordinamento.

In definitiva bisogna guardare a una “città federata” capace di coordinare le politiche e le scelte (Semi di città 2015) mediante accordi di scopo tra Varese e i comuni che la circondano “per dar vita a nuove energie, migliorare i servizi, abbattere i costi, metter in rete un intero territorio, facilitare e accelerare la sua transizione a un’economia di terziario avanzato”.

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