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Attualità

IL NOSTRO PROSSIMO DECENNIO

SANDRO FRIGERIO - 07/04/2023

Alla presentazione del PGT

Alla presentazione del PGT

No, non è solo il documento tecnico, per quanto complesso, che dice che cosa e come si può edificare sul territorio comunale. Ormai, il PGT, acronimo dell’ambizioso “Piano di Governo del Territorio” è divenuto una sorta di “Summa Teologica” che raccoglie l’anima dell’amministrazione comunale, integrandosi con i Piani Provinciale e Regionale. Un enorme compendio di cui la scorsa settimana Palazzo Estense ha annunciato l’avvio e che si articolerà in tre pilastri: Piano dei Servizi, Piani delle Regole, Piani di Settore.

Anni di lavoro che proiettano il quadro della città per un decennio. Per questo, presentando alla stampa l’avvio del lungo iter del Piano che andrà a sostituire quello del 2014, il sindaco Davide Galimberti ha voluto ricordare come questo farà propri i passi contenuti anche in altri progetti-chiave, dal PNRR agli interventi viabilistici. Insomma, sarà il riassunto e asse portante dell’era Galimberti”, avviata nel 2016

Due le novità. La prima è un’intensa campagna di comunicazione e partecipazione che prevede già mattinate settimanali (il mercoledì) ad accesso libero per addetti ai lavorii e semplici cittadini, che potranno incontrarsi con gli uffici responsabili ed esprimere pareri e richieste, con una prima tappa di verifica a fine aprile. Il secondo è una collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, annunciato dall’Assessore alla Rigenerazione Urbana Andrea Civati alla presenza dei professori Andrea Arcidiacono e Laura Pogliani. Questi guideranno il team che lavorerà con gli uffici comunali che, ha precisato Civati, non solo reggeranno la barra del timone ma opereranno in maniera integrata per le molteplici competenze coinvolte coordinati dal dirigente, l’architetto Gianluca Gardelli.

Quali indirizzi esprimerà il PGT? Che cosa troveremo oltre ai consueti richiami che non mancano mai (“centralità della persona”, “contenere il consumo di suolo”, “coordinamento territoriale”….)? “Personalmente ho delle idee, ma preferiisco lasciare spazio al dibattuto senza condizionarlo, far leva sulla partecipazione quanto più estesa”, risponde l’assessore. Eppure noi riteniamo che se si pone mano a un nuovo strumento dovrebbe essere perché si rilevano nuovi bisogni e il primo dovrebbe essere quello di indicare da che parte può e vuole andare Varese, che è la città più vecchia della Lombardia Occidentale.

Lo dimostrano il continuo calo di una popolazione sempre più anziana (più di altri centri vicini quali Busto, Gallarate, Legnano) in un territorio sempre più schiacciato tra il Ticino (quasi 2800 frontalieri in città sui 32 mila della provincia) e la Grande Milano. Varese ha 10 mila abitanti meno di un quarto di secolo fa e, dati alla mano, la provincia non brilla per “fermento impenditoriale” e innovazione. Che fare per non diventare un mega-dormitorio o il luogo del “buen retiro”?. Come equilibrare attenzione per i giovani (sempre meno) e per gli anziani (sempre più) anche nell’individuazioni di spazi e quindi strutture/servizi? Come creare spazi e servizi per imprese innovative?

Sulla collaborazione con il Politecnico sono in corso di definizione gli aspetti operativi. A specifiche domande, all’incontro non è stato indicato l’importo economico (“sarà parte dei 600 mila euro stanziati per consulenze e collaborazioni”) e sul tipo di attività da svolgere non vi è ancora uno specifico “capitolato”. Certo, una collaborazione con il Poli “fa fino”, ma l’amministrazione deve raccogliere contributi e indicare i suoi indirizzi. E poi, con tutto il rispetto, sarà bene chiarire il livello, anche qualitativo, della consulenza. Si è parlato da parte dei docenti milanesi di “sperimentazione”, ma di che cosa? Sarà uno stage per laureandi (per carità ci stanno anche quelli) o un contributo di specialisti? Ci si confronterà sulle “best practices” nazionali e internazionali o nella compilazione di questionari? Nella analisi della qualità del patrimonio edilizio o nell’aggiornamento di avanzati strumenti informatici per mappare le infrastrutture esistenti (il Comune dispone già in parte di database GIS, cioè con localizzazione geografica) quindi reti fognarie, idriche, del gas, di comunicazione, di sicurezza?

I temi aperti sono molti e necessitano un grosso lavoro. C’é il problema delle risorse idriche, che va oltre i confini comunali (già Varese collabora con i comuni limitrofi): il PGT dirà qualcosa sulla raccolta delle acque o sulla separazione degli scarichi? Ancora: la scorsa settimana in consiglio comunale si è parlato della penuria di parcheggi in centro e delle relative politiche tariffarie. Il lavoro davanti è disegnare a Varese del prossimo decennio. E scusate se è poco.

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