(S) Mollicone ha ragione, è più grave l’utero in affitto della pedofilia. La furbizia dei suoi critici è una distorsione linguistica: parlare di maternità surrogata serve a richiamare il concetto positivo di maternità e anche “surrogata” richiama uno stato di necessità, la sostituzione di una cosa impossibile, come in tempo di guerra il caffè era sostituito dalla “cicoria”, il suo surrogato.
(O) Ma perché sarebbe più grave? Comunque, prescindendo da questa domanda, l’intervento di Mollicone, mi sembra esagerato, di uno che vuole fare il duro, a dispetto del suo nome. Per di più ha accentuato la polarizzazione dei giudizi e rende più difficile trovare una soluzione equilibrata. Che ne dice il nostro abituale salvatore di capra e cavoli, Costante?
(C) Dico che non sono e non voglio essere questo tipo di salvatore. Il giudizio del deputato di FdI ha un difetto d’origine: confonde peccato con reato. Come peccato sono assolutamente gravi ambedue, non c’è graduatoria possibile, mi riferisco all’utero in affitto con fecondazione eterologa. La morale cattolica sostiene che legge divina e legge naturale coincidono anche in questo caso e che l’intervento va condannato, ma non in quanto artificiale, bensì per la sostituzione di persona, implicita nella “donazione”. Come reato, dobbiamo considerare la funzione della legge, che non è solo penale, punizione di un comportamento gravemente dannoso alla società, ma deve essere anche preventivo delle devianze e orientativo al bene. Sono convinto che la legge che impedisce la trascrizione automatica di maternità e paternità “surrogate” sia giusta, perché consente comunque la procedura di adozione del bambino che ne è il frutto innocente e che non deve essere discriminato; ma resto anche del parere che la pedofilia sia un reato ben più grave.
(O) Vorrei spostare il discorso su un altro piano. Non vi sembra che mentre la Chiesa fa di tutto per mettere la misericordia davanti alla legge, la politica, soprattutto dopo l’elezione di Schlein, tenda ad accentuare le differenze in ogni campo, compresi quelli a rilevanza etica?
(C) Si, ma non solo per responsabilità del PD. Anche il centro-destra cerca di marcare la differenza sui temi etici, sperando di mettere in difficoltà i cattolici nel PD. Costoro devono capire quale futuro possono avere in un partito che ha decisamente cambiato rotta rispetto alla linea indicata al momento della fondazione. Si costituì come partito di programma, sostenuto dalla collaborazione tra riformisti ex-comunisti e cattolici democratici, adesso ritorna ad essere un partito identitario, costituito però non più sulla lotta di classe, ma sui nuovi diritti.
(O) Questo non è un male. Non hai sempre detto che partiti senza identità sono fragili, rendono confusa la politica e quando lasciano delusi gli elettori li spingono all’astensione?
(C) Ci sono modi diversi di costruire un’identità, allora quella del PCI era ideologica e utopistica, quella della DC era di appartenenza, alla dottrina sociale cattolica e all’Occidente democratico. Il PD fece una “fusione a freddo”, non tra due identità, impossibile, ma tra gli elementi di programma sociale ed economico rintracciabili nelle matrici originarie. Abbandonare questa formula, sostanzialmente per non farsi logorare da M5S, comporta sì un chiarimento, ma bloccandosi sull’opposizione al governo, non crea una identità.
(S) Qualunque cosa faccia il governo, il PD sarà contrario?
(C) Schlein cercherà di trovare elementi di contrapposizione in ogni mossa, anzi in ogni banale dichiarazione di qualsiasi esponente del destra-centro. Cominelli la definisce “opposizione in controdipendenza: se Meloni dirà A, Schlein dirà non A.” Il paradosso è che Fratelli d’Italia sta facendo proprio il percorso inverso: il suo successo nasceva da un’opposizione a Draghi, ma ora sta cercando di diventare partito di governo, pragmatico e mediatore, per aprire le porte anche ai ceti colti urbani e imprenditoriali. Senza contare che in questo bel campo spalancato può inserirsi Calenda che ha già classificato come reato la maternità surrogata.
(O) Quindi non salvi né la capra, né i cavoli, ma dici che tutti i partiti, siano lupo o capra, devono cambiare dieta per non estinguersi?
(C) Una dieta bilanciata. Soprattutto per il bene dell’Italia. Una dose d’identità per essere rappresentativi e una di capacità di governo per durare in patria ed avere credibilità internazionale. Draghi aveva solo la seconda, che Meloni sta cercando di fare propria, senza rinunciare alla prima.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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