22 marzo 1973, cinquant’anni tra qualche giorno. L’Ignis Varese conquista a Liegi la sua terza Coppa dei Campioni di basket (il corrispondente della attuale Eurolega), battendo in finale l’Armata Rossa per 71-66 in quella che sarà anche l’ultima grande sfida ad altissimo livello con la leggendaria formazione moscovita, poi destinata al declino. Una partita condotta praticamente dall’inizio alla fine, anche con buoni margini di vantaggio (41-29 all’intervallo), in cui i varesini resistono nel finale al ritorno degli avversari guidati da un grande Sergej Belov (36 punti), mentre tra i gialloblù Manuel Raga (25) e Bob Morse (20) fanno in attacco la parte dei leoni.
Il 1973 rappresenta davvero l’apoteosi di quella meravigliosa Ignis, capace di conquistare il “grande slam”, ovvero la vittoria in tutte e quattro le competizioni, nazionali e internazionali, alle quali prende parte: campionato, Coppa Italia, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale. Un’impresa, in verità, riuscita già nel 1970, anche se allora l’Ignis aveva vinto campionato, Coppa Italia e Coppa dei Campioni relativamente alla stagione 1969-70, mentre la Coppa Intercontinentale, conquistata nel mese di settembre dello stesso anno, faceva già parte della stagione 1970-71.
La grande Ignis era nata, anche con una certa dose di casualità, nell’estate del 1968: il deludente esito del campionato precedente (quinto posto) aveva indotto la dirigenza a un drastico cambio di rotta, imposto anche dall’addio di Enrico Bovone, desideroso di andarsene da Varese e approdato alla All’Onestà Milano; a parziale compenso, da Milano era rientrato Aldo Ossola. La società aveva così deciso di puntare come centro titolare sul diciottenne Dino Meneghin, confermando poi, con l’allenatore Nico Messina, i soli Dodo Rusconi e Massimo Villetti (oltre ai giovanissimi Malagoli e Consonni) e ingaggiando i nuovi Ottorino Flaborea (di rientro da Napoli), Francesco Ovi e Lino Paschini. La scelta di Manuel Raga aveva destato qualche perplessità, ben presto fugata, e la squadra aveva vinto a sorpresa il primo scudetto del nuovo ciclo (dopo i primi due nel 1961 e nel 1964).
Quello dunque era stato l’inizio del più grande ciclo di vittorie del basket italiano, durato 12 anni e che ha portato alla conquista di 7 scudetti, 5 Coppe dei Campioni con la partecipazione a dieci finali consecutive, 4 Coppe Italia e 3 Coppe Intercontinentali.
Nel 1969 era arrivato Aza Nikolic (Nico Messina era rimasto come direttore tecnico) che aveva dato un nuovo ed eccezionale impulso, creando quella mentalità vincente che sarebbe stata la “cifra” di questo gruppo di giocatori senza uguali.
La stagione 1972-73 rappresenta dunque l’apice della storia sportiva della Pallacanestro Varese ed è singolare ricordare come l’impressionante sequenza che porta alla conquista dei quattro trofei trovi un innesco più che singolare. Il 4 marzo 1973 l’Ignis, per una volta palesemente deconcentrata, perde sul campo del Brill Cagliari, penultimo in classifica (76-75), una sconfitta imprevedibile che provoca malumori e polemiche. Ma il riscatto è immediato: seguono due vittorie in campionato prima della finale di Coppa dei Campioni a Liegi, dove l’Armata Rossa non ha scampo.
Proprio la sconfitta di Cagliari, però, costringe l’Ignis allo spareggio per lo scudetto con il Simmenthal Milano, che i varesini vincono il 25 aprile a Bologna (74-70). Poi la squadra gialloblù si trasferisce immediatamente nella Capitale per la Coppa Italia: qui il 26 e il 27 aprile batte Scatto Roma e Partenope Napoli garantendosi la qualificazione alla fase finale di Brescia prima di spiccare il volo per San Paolo del Brasile dove, tra l’1 e il 5 maggio, disputa la Coppa Intercontinentale che conquista piegando in sequenza i portoricani del Bayamon, gli jugoslavi della Jugoplastika Spalato e gli statunitensi del Marathon Oil e concedendo infine una ormai ininfluente vittoria ai padroni di casa del Sirio.
Solo il tempo di rientrare in Italia ed ecco la “final four” di Coppa Italia: a Brescia l’Ignis piega prima la Forst Cantù in semifinale e poi in finale la Saclà Asti (94-65).
È questo l’ultimo alloro varesino di Aza Nikolic che, dopo quattro stagioni di trionfi, decide di concludere la sua straordinaria esperienza con i colori gialloblù. Lo avvicenderà per tre anni Sandro Gamba, capace di cogliere altri trionfi (scudetto nel 1974 e Coppa dei Campioni nel 1975 ad Anversa e nel 1976 a Ginevra), così come Nico Messina (scudetto nel 1978) e Dodo Rusconi (Coppa delle Coppe nel 1980 a Milano contro la Gabetti Cantù).
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