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Cultura

I VOLTI DI DINO

FRANCESCO BORRI - 17/03/2023

dinoLa plaquette “Chipuri Scrise in Aer” (Volti scritti nell’aria) di Dino Azzalin, appena uscita per l’editore Cosmopoli a Bacau, tradotta in lingua rumena con testo a fronte da Eliza Macadan, contiene le tematiche fondamentali della narrazione poetica dell’autore, e cioè quelle riflessioni profonde sul significato dell’esistenza umana che insistono sul tratto “carnivoro” della vita rispetto a quello sentimentale e amoroso legato alla spiritualità.

Questo lavoro segna una svolta nel lavoro del poeta varesino, che entra nella letteratura d’oltralpe, tradotto in lingua rumena seguendo le antiche vestigia del più grande poeta romano Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio. Autore che fu tra i principali esponenti della letteratura latina e della poesia elegiaca, e che fu mandato in esilio in Romania dall’imperatore Augusto sul lago di Costanza in seguito allo scandalo per la pubblicazione di Ars Amatoria, uno spregiudicato poema didascalico che impartiva speciali e smaliziati consigli sulla seduzione reciproca tra uomini e donne. E qui vi trovò anche la morte.

Il lavoro di Azzalin ci propone un epigono nomade tra i più illustri maestri cercando nella poetica delle cose un senso profondo all’agire quotidiano. Frammisti ad ammissioni di vitalità diffusa anche temi d’attualità, per esempio la dilaniante composizione su un naufragio mortale che sembra anticipare con impressionante visionarietà e, ahimè, come impotente profezia, la recente ecatombe di Cutro. Poco importa, infatti, la provenienza dei naufraghi, quando il comune denominatore di vicende accadute anche a italiani, rumeni, albanesi, ucraini e a tanti altri in Europa in cerca di un futuro migliore è soprattutto il dramma dei soprusi che riguarda il loro vissuto.

“Volti scritti nell’aria” è un’anticipazione dell’incontro dei versi con la storia invisibile che aleggia su tutti noi, nessuno escluso, tra il dicibile e l’indicibile, la linea che solo la parola poetica sa tracciare e decriptare, così come la musica (bellissima la prosa poetica finale su “Volare” di Domenico Modugno) e le giunture tra vita possibile e vita sognata. Il fil rouge è sempre l’amore con la sua pietas, da quello coniugale a quello per la natura, passando dall’Alma Venus di lucreziana memoria. La plaquette, che fa parte di un articolato progetto di ricerca poetica e letteraria, segna il ritorno della poesia di Dino Azzalin, uno dei più originali autori italiani contemporanei, dopo una pausa di concentrazione sulla prosa durata qualche anno.

Qui di seguito uno dei testi contenuti nella plaquette “Volti scritti nell’aria” di Dino Azzalin che sarà a presentato a Varese, sabato 25 marzo alle 18, alla sala Montanari,(via dei Bersaglieri 1) ad opera di Andrea Giacometti, “giornalista che ama i poeti” e la poesia, con la lettura di fini dicitori come Sara Pennacchio, Gianluca Fiore e Sergio Di Siero, tradotti da Oana Costrasel che renderanno piacevole l’incontro e che sarà allietato anche dalle note speciali dell’armonica cromatica di Franco Donaggio, musicista allievo di Max De Aloe.

Visi stravolti, storie, corpi che nessuno reclamerà mai,
forse nemmeno a Dio interessano i non pervenuti
alla vita ma alla morte si, nel cuore dell’indifferenza.
 
Così fu il mondo dell’Antropocene mentre vissi,
ignaro del liquefarsi dei ghiacciai sull’asfalto, lasciando
gli assetati morire di fame. Ma che ne sarà di questo orrore
consumato prima nelle urla dai gommoni e poi nel silenzio
degli abissi?
 
Le grida strazianti dei bambini senza nome,
e delle madri in fuga dalle guerre, dal deserto e dalla miseria?
Giacciono giù in fondo e forse troveranno finalmente la pace.
Ma della Tua onnipotenza Signore? Delle loro preghiere?
E di tutti noi?

 

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