Abbiamo fatto un piccolo sondaggio condominiale per capire come viene valutato in voti scolastici il lavoro della Sangalli, la società che cura l’igiene urbana di Varese da un paio d’anni circa. Il risultato è stata la sufficienza, il classico sei che lascia ampi margini di miglioramento agli attuali gestori brianzoli. Dopo un inizio difficile con un po’ troppa improvvisazione sul colore dei sacchetti della differenziata, sugli orari un po’ problematici dei ritiri dal centro storico, sulle dimensioni dei contenitori, le cose si sono un po’ aggiustate grazie alle isole ecologiche itineranti e alla recentissima possibilità di controllare, attraverso il sito varesepulita.it, quando, dove e come saranno spazzate le strade cittadine. Non si tratta di un dettaglio ma al contrario di una reale opportunità di controllo da parte dei cittadini-contribuenti i quali inserendo il nome di una via o di una piazza (bastano comunque le prime tre lettere) possono sapere in quale giorno e in quale fascia oraria sarà pulita la strada richiesta.
Scegliendo l’opzione “manuale” o “meccanica” si potrà sapere anche quando entrerà in scena il netturbino con la regolamentare ramazza e il soffiatore d’ordinanza oppure la macchina spazzatrice. Finalmente viene da dire dopo anni di semi abbandono da parte dei precedenti gestori (una società ex Aspem) che, soprattutto nella fase conclusiva del loro mandato, avevano accumulato ritardi da record nella pulizia non solo delle periferie ma anche delle zone semicentrali. Certo il meccanismo dovrà essere oliato, ma è una promessa di trasparenza e di efficienza benaugurante.
Efficienza che dovrà essere aumentata anche grazie a un’attenta revisione della geografia dei cestini porta rifiuti oggi del tutto insufficienti in alcune zone di Varese soprattutto dove sono presenti scuole, servizi e uffici pubblici e privati. Come per esempio a Casbeno dove ci sono numerose scuole private e pubbliche di ogni tipo e servizi frequentati da molta gente come l’ambulatorio dell’Asl, l’Aler, la stazione di Trenord, l’ufficio postale oltre a tanti altri esercizi: farmacia, cartoleria, bar, gommista, parrucchieri, banca, ristoranti, tintorie. Altre zone della città a elevata frequentazione presentano lo stesso problema.
Organizzare un solido sistema di pulizia urbana è, secondo noi, la premessa necessaria per cercare di costruire, mattone dopo mattone, un percorso di recupero e rilancio di un decoro urbano che latita da decenni, come testimoniano le numerosissime voci che sul tema si sono alzate da RMFonline. Esattamente undici anni fa scrivevamo che era avvertibile in Varese una sorta di disprezzo per i beni pubblici che in una città, oltre ai monumenti storici, sono banalmente i marciapiedi, le panchine, l’illuminazione, le facciate degli edifici, i portici con le relative colonne – finalmente in fase di lavaggio – i giardini, le aiuole, le panchine, le rotonde.
Al netto dei grandi parchi pubblici e privati, meritevoli peraltro di migliori cure, il verde urbano a Varese non è gran cosa, un motivo in più per occuparsene a fondo, per piantare fiori, per evitare che le erbacce, come accade ogni estate, abbiano il sopravvento lungo strade e marciapiedi, che gli archetti anti sosta siano sostituiti quando ammaccati e riverniciati con regolarità. Per tacere dei cosiddetti “incolti urbani”, come, per esempio il vasto appezzamento di terreno, in semi abbandono, alle spalle e sui fianchi della vecchia caserma dei pompieri di via XXV aprile. Se curato darebbe lustro alle scuole in loco e alla strada che è l’ingresso più bello alla città. Solo una città più gradevole, ordinata, pulita, fiorita e non sommersa dalle automobili può dare una mano importante al complessivo appeal turistico del suo territorio.
Insomma occorre, come ha scritto un anno fa Fabio Gandini, che Google cercando “degrado Varese” non ti porti più nei luoghi di sempre: in via Como, nel passaggio che collega via Carrobbio con piazza Ragazzi del’99, davanti alla lavagne a cielo aperto di vicolo Canonichetta e di via Rainoldi. Tanto per citarne alcune. Come diceva Leo Longanesi: “Siamo forti nelle inaugurazioni e deboli nelle manutenzioni”.
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