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Sport

DON CARLO

CLAUDIO PIOVANELLI - 17/02/2023

Recalcati (a destra), con la maglia della Forst Cantù, in lotta con Aldo Ossola, in maglia Ignis (da Wikipedia)

Recalcati (a destra), con la maglia della Forst Cantù, in lotta con Aldo Ossola, in maglia Ignis (da Wikipedia)

Chi sia Carlo Recalcati, oltre che l’allenatore dell’ultimo scudetto del basket conquistato da Varese nel 1999, lo dicono con chiarezza alcuni numeri. Eccellente giocatore in primis, tra gli anni ’60 e ’70 (due scudetti, tre Coppe Korac, altrettante Coppe delle Coppe e una Coppa Intercontinentale, tutti titoli conquistati con la maglia di Cantù, 166 presenze in Nazionale con 1284 punti realizzati), è l’unico allenatore che, insieme con Valerio Bianchini ed Ettore Messina, ha saputo vincere tre campionati con tre squadre diverse (Varese 1999, Bologna sponda Fortitudo 2000 e Siena 2004).

Carlo Recalcati ha guidato anche la Nazionale, conquistando la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene del 2004 (battuto in finale dall’Argentina di Luis Scola) ma anche il bronzo agli Europei di Stoccolma del 2003 e l’oro ai Giochi del Mediterraneo di Almeria del 2006.

Oggi, giusto per stare attivamente “nel giro” e come riconoscimento a colui che meritatamente deve essere considerato un autentico monumento del basket nazionale, Carlo Recalcati ha ancora un ruolo nell’ambito della Nazionale azzurra. «Sì, mi è stato ritagliato questo incarico di senior assistant”, un po’ sulla scorta del ruolo ricoperto nella Nba da qualche allenatore anziano. Il mio però non è esattamente un incarico tecnico: Gianmarco Pozzecco ha già un suo staff assai nutrito (quattro assistenti, tutti tra l’altro molto bravi), per cui io parlo solo quando sono interpellato. Certo, con Gianmarco mi sento spessissimo, al di là dei momenti in cui la Nazionale è al lavoro e anch’io sono presente ai raduni, e naturalmente discutiamo di tutto, dalle convocazioni all’organizzazione e alla gestione; lui mi ascolta, poi decide. In ambito tecnico, come ho detto, evito di invadere campi altrui, pronto comunque a dare un parere se interpellato. Diciamo che mi diverto tantissimo, con la possibilità di essere ancora utile al gruppo azzurro».

Recalcati è spesso sui campi di gara e anche questo gli consente di essere sempre “dentro” il basket e di poter quindi esprimere un parere autorevole sul campionato: «C’è sempre qualcosa di nuovo rispetto agli anni precedenti e, se vogliamo, la novità e la sorpresa quest’anno sono rappresentate da Varese. Milano e Bologna al comando erano cosa scontata, magari con qualche partita persa in meno, Tortona nelle zone alte è solo una conferma, ci saremmo magari aspettati qualcosa in più da Venezia e da Brescia, che hanno organici importanti. In generale c’è moltissimo equilibrio e diverse squadre a cavallo tra zona retrocessione e zona playoff».

Varese, dunque, è la sorpresa… «I risultati la stanno sicuramente premiando. Non parlerei però, al contrario di alcuni, di grande novità sul piano tecnico-tattico; in fondo lo small ball” (senza riesumare precedenti degli anni ’70) lo praticavano già alcune squadre di Mike D’Antoni in NBA. E, se vogliamo, proprio la mia Varese dello scudetto del 1999 giocava per molti versi in questo modo, con un esterno (De Pol) come ala forte, togliendo agli avversari punti di riferimento importanti sotto canestro, una novità che rappresentò una delle chiavi di quella nostra vittoria; ricordo ad esempio, nelle finali per lo scudetto, le difficoltà della Benetton di controllare con i loro pivot più statici giocatori come De Pol e Galanda che si allontanavano dal canestro».

C’è un dettaglio della Openjobmetis che a Recalcati piace molto: «La squadra ha dimostrato di saper superare molto bene sul piano psicologico le difficoltà di una partita difficile o di un tratto difficile di partita, chiaro segno che crede assolutamente in ciò che fa e nella bontà del suo sistema di gioco. E questa fiducia nel lavoro che si svolge è fondamentale».

Carlo Recalcati vede un futuro in chiaroscuro per Varese: «Nell’immediato la situazione è ideale, perché nessuno chiedeva la luna a questa squadra e ogni risultato sarà alla fine ben accetto. La squadra diverte, le partite non sono mai scontate e anche questo è apprezzato dai tifosi. L’anno prossimo, sulla scorta di ciò che la società ha saputo fare quest’anno (davvero un ottimo lavoro), non sarà più così: le attese inevitabilmente cresceranno e di conseguenza anche le difficoltà saranno maggiori».

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