Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Editoriale

LA MATITA

MASSIMO LODI - 17/02/2023

palazzo-lombardiaSe la sanità è conciata da sbatter via, se perfino nella regione messa meglio delle altre sta da tempo in ambasce, se questo rappresenta il settore trainante del consenso/giudizio popolare, si può dire che gli elettori han premiato l’amministrazione uscente? Sarebbero dei masochisti. Oppure, beati loro, non hanno avuto bisogno di recente (e un po’ prima che di recente) del ricorso a esami, cure, assistenza, ricoveri ospedalieri non sperimentando una situazione purtroppo deficitaria, salvo rare e lodevoli deroghe. Salvo mirabili eccellenze. Salvo straordinarietà che non assolvono l’ordinario.

Se tanto poco è vero, il risultato del 12 e 13 febbraio non dipende dall’apprezzamento di un’ottima gestione della cosa pubblica territoriale. Viene da una scelta politica, ideologica, destrutturata dal contesto locale, figlia del sentiment che portò al trionfo il centrodestra cinque mesi fa nella consultazione nazionale. Viene dal fallimento dell’alternativa a una tale opinione, di cui sono sciagurati responsabili, ciascuno per la sua parte, il Pd, i Cinquestelle, i Terzopolisti. Viene infine dal menefreghismo ad personam diffuso in una democrazia lassa, stanca, superficialista; dove disinteresse e sconsideratezza si mischiano producendo una mistura letale chiamata astensione.

È il male dell’attualità storica: manca il normale buonsenso dell’impegno individuale. L’assunzione della responsabilità in prima persona. L’ascolto della coscienza civica, per non dire del richiamo etico, dal quale deriva tutto il resto. Ci si conforma alle parole d’ordine gridate dagli effimeri caporali di stagione nell’arena propagandistica: basta con i politici, basta con i partiti, basta con gli usurpatori del potere. Il nefasto populismo ha pervaso l’anima semplice d’una marea di benintenzionati, consegnandoli al ruolo di fantasmi: quelli che si defilano, rinunciano, rimuovono l’idea di poter contare sulle scelte d’indirizzo del Paese.

L’esito l’abbiamo visto in Lombardia e Lazio: la fuga dalle urne, il rifiuto a esercitare un diritto una volta considerato dovere, il rassegnato diniego a partecipare. Delusione, amarezza, remissività. Vi sono scampati solo in quattro su dieci, e non certo perché convinti da stringenti questioni di vissuto esistenziale. In costoro ha prevalso il tic identitario, e merita i complimenti chi è riuscito ad allertarlo. Ma oltre non si va. Dunque usare la grammatica trionfalistica per leggere un dettato di ben diversa consistenza è un errore blu: non va dimenticato, pur nella legittima esultanza della destra, capace di buttare nel cestino dei rifiuti la matita rossa della sinistra.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login