Sia la Russia che la Turchia sono nate da imperi multietnici e geograficamente estesi ; sia gli zar che i sultani sono stati frequentemente in conflitto, ma pur opponendosi frontalmente nello stesso tempo erano accomunati dalle loro controversie. Mentre i russi si facevano protettori delle minoranze cristiane nell’impero ottomano, questo aspirava a tutelare le minoranze musulmane. Verso la fine del XIX secolo Istanbul e San Pietroburgo erano in competizione, se non in aperto conflitto. Usciti sconfitti dalla prima guerra mondiale, l’impero venne smantellato, da quello zarista nacque l’URSS grazie alla rivoluzione sovietica. L’URSS e la Turchia di Mustafa Kemal si aiutarono a vicenda nell’affrontare le nuove sfide e fra gli anni venti e l’inizio della guerra fredda le relazioni si mantennero piuttosto cordiali. Neutrale nel corso del secondo conflitto mondiale la Turchia dichiarò però guerra alla Germania nazista nel febbraio del 1945 per collocarsi opportunisticamente tra i vincitori.
Diffidente nei confronti dell’ideologia comunista Ankara scelse per l’Occidente aderendo alla NATO, diventandone il fianco orientale. L’antagonismo è durato per tutta la guerra fredda, per arrendersi poi al pragmatismo degli interessi economici, la Turchia interessata al mercato russo per esportarvi i propri prodotti agricoli, la Russia per esportarvi il proprio gas naturale, fondamentale per la crescita economica. Divergenti le posizioni nel Caucaso e nell’Asia Centrale (v. per la Turchia il tentativo abbastanza riuscito di creare una unità di Stati turchi sotto la propria guida). Il temperamento personale di leader come Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan contribuisce al riavvicinamento. Prima titubante al nascere dei moti popolari durante le primavere arabe, la Turchia ha mutato atteggiamento di fronte al favore incontrato dalle formazioni ideologicamente vicine al Partito della giustizia e dello sviluppo (AKP) di Erdogan. La Russia ha sempre appoggiato militarmente e politicamente il governo in Siria di Bashar al-Assad, la Turchia ha via via intensificato gli sforzi per abbatterlo. Fallito il colpo di Stato contro il Presidente Erdogan, è stato comunque un fattore di ravvicinamento fra Turchia e Russia nel luglio 2016. Da questo momento data la svolta particolarmente autoritaria del governo turco.
La Siria è stata sia un luogo di scontro che di collaborazione La questione curda vi ha dominato. Infatti i separatisti curdi, in occasione dell’alleanza con l’Occidente in nome della lotta contro l’ISIS hanno colto l’opportunità di intensificare la lotta contro la Turchia armando le proprie milizie. Il sostegno occidentale ha fornito al PKK un’adeguata protezione in Siria, mentre la Turchia, sentendosi militarmente minacciata dal regime di Bashar al-Assad, ha chiesto ai partner della NATO la fornitura di missili Patriot, peraltro ben presto cessata. La Russia le ha invece fornito i missili S400. In Libia e in Karabakh invece Turchia e Russia sostengono partiopposte.
Quanto all’Ucraina dopo l’invasione russa la Turchia ha assunto una posizione di mediazione per difendere meglio i propri interessi (importazione di grano e di girasoli), mentre l’Occidente ha posto fine alla cooperazione militare con la Turchia per la distanza in termini di valori e visioni geopolitiche. Grazie alle buone relazioni con Kiev può aiutare meglio l’Occidente a contenere l’espansionismo russo. In corrispettivo le richieste turche riguardano l’annullamento delle sanzioni che ancora vigono nei propri confronti e la reintegrazione nel programma di produzione degli F 35, infine la revisione del termine terrorismo, venendo ritenute le milizie curde una emanazione del PKK.
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