E’ possibile, anzi probabile, che nei prossimi mesi vivremo una rivoluzione ancora più grande e importante di quella che ha avuto inizio trent’anni fa con la creazione di internet. Una rivoluzione che si chiama intelligenza artificiale, la potenzialità che hanno i computer di raccogliere ed elaborare un numero tremendamente grande di informazioni e con queste rispondere con compiutezza a tutte le domande che noi possiamo porre.
Con l’intelligenza artificiale abbiamo già a che fare, magari a nostra insaputa. Quante volte ci è capitato negli ultimi tempi si parlare con una segreteria telefonica robotizzata. E di usare il navigatore stradale che in tempo reale ci indica le strade dove c’è troppo traffico e ci suggerisce percorsi alternativi. E magari di dialogare con Alexa, l’assistente personale che risponde ai comandi vocali.
Tutte derivazioni di quella intelligenza artificiale che ora sta tentando, emulando il più possibile il ragionamento umano, di conquistare un posto di primo piano nella nostra vita quotidiana.
Si parla molto in questo periodo di ChatGPT, un’applicazione in grado di comporre testi, scrivere poesie, elaborare saggi su qualunque argomento. Un passo in avanti, anzi un salto, che potenzialmente potrebbe prendere rapidamente il posto dei classici motori di ricerca come Google.
Mentre questi infatti ci guidano nel labirinto dei siti web, offrendoci un ventaglio di proposte maggiormente in grado di rispondere alle richieste, lasciando poi fare a noi il lavoro di raccolta e sistemazione delle informazioni, ChatGpt ci offre già un prodotto finito proprio utilizzando i contenuti di migliaia di siti web. E non solo testi, ma anche immagini, diapositive, perfino brevi filmati.
Una grande società come Microsoft ha già fatto scattare la sua grande scommessa annunciando un colossale investimento definito come pluriennale e multimiliardario che potrebbe raggiungere i dieci miliardi di dollari.
E altri dei grandi big dell’informatica contemporanea, come la stessa Google, hanno già sentito tremare il terreno sotto i piedi o come, Facebook che ha puntato molto sulle prospettive del metaverso (non a caso la società è stata ribattezzata Meta), ma senza ottenere i risultati sperati.
A breve nasceranno nuove figure professionali in grado di interrogare e sfruttare al meglio questi sviluppi.
L’intelligenza artificiale è una realtà da non sottovalutare: ma con una condizione, che venga sviluppata e utilizzata con la dovuta capacità critica da parte delle persone, che non devono perdere la propria potenzialità creativa.
E che non diventi un alibi per una pericolosa pigrizia intellettuale. Altrimenti rischiamo tutti di essere sostituti da un robot, un robot magari intelligentissimo e di grande cultura enciclopedica, ma incapace di intuizioni, di emozioni, di passioni. Di tutte quelle cose che si chiamano umanità e che rendono irripetibile ogni persona.
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