Durante il funerale di papa Benedetto XVI un drone ha sorvolato Piazza San Pietro e si è soffermato più volte sull’imponente obelisco, simbolo dell’elevarsi dal mondo terreno a quello celeste, che la domina da quando nel 1586, fu innalzato sotto la supervisione di Domenico Fontana. È diventato leggenda il grido “acqua alle corde” che consentì di elevare il colosso del peso di oltre 3 tonnellate al centro della piazza, concludendo felicemente un’impresa titanica: occorsero 900 uomini, 75 cavalli e un anno per studiare come realizzare l’audace progetto.
Quest’impresa e altro sull’architetto più famoso a Roma nel XVI secolo racconta la mostra che la Pinacoteca Züst di Rancate propone agli appassionati di arte, di architettura e di storia ai curiosi che di fronte ai monumenti si chiedono il perché e il come sono stati eseguiti.
Nella duplice ottica della valorizzazione del territorio attraverso lo studio degli artisti locali che hanno operato nel cantone o che si sono trasferiti altrove, condividendo un bagaglio di conoscenze scientifiche e tecniche con altri paesi, la Pinacoteca ha puntato sulla figura di Domenico Fontana, nato a Melide nel 1543, attivo inizialmente come stuccatore poi come capomastro e infine come maestro architetto a Roma a Napoli ad Amalfi a Salerno, presso corti prestigiose quella pontificia e reale.
Realizzata con l’apporto dell’USI, dei Musei Vaticani e della Biblioteca Apostolica Vaticana, l’esposizione si dipana in tre sezioni articolate: busti, schizzi, disegni preparatori, testi che illustrano la realizzazione di importanti progetti architettonici, sottolineano la grande capacità esercitata dal Fontana di creare uno staff unitario di maestranze collaborative che trovò con impagabile sinergia soluzioni innovative per problemi estremamente difficili.
Attento ai dettagli, preciso sino alla pignoleria, consapevole del peso che le opere realizzate coi suoi collaboratori costituiscono un punto di partenza per la pratica futura della progettazione architettonica e delle tecniche costruttive – lui stesso si definisce “architetto esperto” in un’epoca in cui la “scuola tecnica” era la “bottega”- nel 1590 pubblica il “Della trasportatione dell’obelisco Vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier D. F. architetto di Sua Santità” in cui illustra gli interventi realizzati a Roma. Le “fabriche” cui si riferisce sono le opere occorse per l’ampio progetto di innovazione edilizia e viaria: fu interprete ed “esecutore, ma anche suggeritore e ideatore di un programma urbano originalissimo” voluto dal Pontefice.
Delle tre sezioni in cui è articolata la mostra, la prima è dedicata alla committenza, quella pontificia – è esposto il busto di Sisto V del Torrigiani – e quella partenopea, con un ritratto del viceré Filippo III.
La seconda sottolinea il lavoro collaborativo introdotto da Fontana nei cantieri progettati e diretti a Roma, Napoli, Amalfi e Salerno: fu una novità l’intrecciarsi dell’opera di “pittori scultori stuccatori con quella di muratori vetrai e fabbri pittori, scultori, stuccatori, incisori, di artigiani ticinesi, romani, fiorentini, marchigiani, bolognesi, modenesi oltre che fiamminghi e tedeschi”, ciascuno fornito di competenze peculiari e di capacità di interagire con quelle degli altri; la novità dell’operare generò sfide come la ricerca di nuovi materiali o di tecniche e competenze volte ad ottenere un livello qualitativo ed estetico sempre più alto.
All’elevato virtuosismo tecnico del sapere è dedicata la terza sezione che narra l’impresa dell’innalzamento dell’obelisco Vaticano e di altri obelischi in Roma e il trasferimento della cappella del Presepe in Santa Maria Maggiore, appena ampliata.
Di notevole interesse sono le riproduzioni digitali, le fotografie immersive, le ricostruzioni mediali, un ricco apparato digitale.
Completa la mostra un corposo catalogo che consente di approfondire le innovazioni le ricerche gli studi compiuti da Domenico Fontana per realizzare sia i progetti sia i macchinari destinati alla loro realizzazione, in un periodo storico in cui competenza e capacità manuali costituivano l’elemento fondamentale del lavoro architettonico-ingegneristico.
LE “INVENZIONI DI TANTE OPERE” Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri Pinacoteca Züst – Rancate CH Sino al 19 febbraio
You must be logged in to post a comment Login