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Apologie Paradossali

PASSAGGIO

COSTANTE PORTATADINO - 05/01/2023

te-deum(S) Davvero un altro TE DEUM paradossale? Dovrà essere proprio paradossale, per avere qualcosa per cui ringraziare e lodare Dio, che permette gli avvenimenti dolorosi, perfino atroci, di questo anno appena trascorso.

(C) Avresti quasi ragione se non fosse che tutti i Te Deum non possono che apparire paradossali, se guardiamo al mondo, alla Chiesa stessa, nell’anno appena trascorso, con gli occhi del nostro giudizio e non con quelli della fede.  E’ straordinariamente evocativo il fatto che proprio l’ultimo giorno dell’anno sia morto Benedetto XVI. Il primo ringraziamento e la prima lode è perché il Signore ci ha concesso la sua lunga presenza, fatta di dottrina e di amicizia, di fede e di ragione per un tempo così lungo. Il secondo è perché proprio questo giorno, l’ultimo dell’anno, sarà ricordato come un ponte tra passato e avvenire, tra foschi presagi di crisi nella Chiesa e la consapevole speranza che tutte le nazioni e le culture, in particolare in Europa, possano riscoprire nei suoi scritti quella sintonia di ragione e fede che costituisce il tratto evidente del suo insegnamento.

(S) Sembra quasi che sia ascoltato più da morto che da vivo. Anzi, viene lodato anche da coloro che lo avevano avversato, come conservatore o reazionario. Leggete, vi prego, il suo testamento spirituale.

(O) Va bene. Che cosa salviamo ancora del 2022, come degno di lode?

(C) L’Ucraina. Non la guerra, ci mancherebbe. Il risveglio della coscienza dell’Occidente, laico, culturale e politico. Prima non si accorgeva della presenza, della consistenza, della potenza della guerra in tutto il mondo. Se Putin ha potuto chiamare “operazione militare speciale” il suo attacco all’Ucraina è anche perché ha sperato di contare sull’assuefazione della società civile e politica occidentale a tante guerre non dichiarate e non riconosciute come tali, dai Balcani al Medio Oriente, all’Africa, senza contare quelle scatenate dagli imperi della droga e poco e malamente combattute dagli Stati democratici. Lode e grazie all’Ucraina per aver resistito. Alla menzogna, prima ancora che alle armi.

(O) Qualcosa di meno impegnativo?

(C) L’assenza della nazionale ai mondiali di calcio. Ci ha consentito di guardare al mondo intero, sia pure solo dal pertugio di uno sport di massa, universalmente diffuso, senza l’occhio del tifoso e la preoccupazione di essere più bravo del CT. Abbiamo guardato con maggiore curiosità non solo le partite delle nostre rivali storiche, ma pure quelle, sorprendenti, di nazionali emergenti. Quindi lode per la squadra del Marocco.  E raddoppio la lode a quei numerosi calciatori che, nati in Europa o in America, hanno scelto la bandiera della terra d’origine dei loro genitori. Aggiungo una simile lode a quelli che hanno imparato il mestiere o lo hanno migliorato giocando nelle squadre più importanti dei tornei  europei più prestigiosi. Un esempio di come una collaborazione internazionale potrebbe basarsi più sulla condivisione di competenze che sulla competizione per la gestione delle risorse naturali di Africa e Asia.

(S) E per l’Italia, non hai nulla?

(C) Lodo direttamente la Provvidenza divina che ha saputo trarre il bene per la nazione, il popolo e persino la Stato dalle sciagurate discordie dei partiti politici. Dalla incapacità di eleggere un nuovo presidente della repubblica è scaturita la riconferma di Mattarella, dalla forzosa caduta del governo Draghi è nato un governo votato democraticamente da un maggioranza chiara…

(S) Eh, già, che fa meno della metà di quello che ha promesso agli elettori!

(C) Proprio per questo lodo la Provvidenza (spero non mi si accusi di definire Giorgia “donna della Provvidenza”) e non gli attori umani, perché mi pare quasi un miracolo che una proposta di legge di bilancio quasi decente ed equilibrata sia stata prodotta da una maggioranza improvvisata e litigiosa, elettata da meno della metà dei votanti, senza contare il partito maggioritario degli assenteisti.

(S) Non ti accontenti di troppo poco?

(C) No, se il poco basta. Come il mio Natale, che vorrei definire “Natale minimo”. Niente viaggi/vacanze in luoghi esotici, ma il ritorno, purtroppo temporaneo, di figli e nipoti da paesi lontani. Doni modesti, ma fatti con il cuore, condivisione delle fatiche di preparazione del ‘pranzone’, messa in parrocchia all’ultima ora perché a me e a mia moglie mancavano le forze per quella di mezzanotte.

(O) Ho capito, pensi ad Elia che trova il richiamo di Dio nella brezza leggera e non nel terremoto o nella tempesta. TE DEUM LAUDAMUS.

(S) Sebastiano Conformi  (C) Costante  (O) Onirio Desti

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