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Opinioni

A MIO SERVIZIO

ARTURO BORTOLUZZI - 16/12/2022

ufficioNon si potrà più dire che i dipendenti pubblici siano maleducati o non collaborativi, come si sentiva dire in città.

Nessun dipendente potrà criticare l’amministrazione di cui fa parte o la pubblica amministrazione in generale.

Questo quasi certamente diventerà una disposizione cogente in quanto il nuovo codice per i lavoratori della PA leggiamo sia stato esaminato nei giorni trascorsi in prima lettura dal Consiglio dei ministri.

«Il dipendente – si legge nel nuovo articolo 11-ter del testo che riforma il Dpr 62 del 2013 – è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della Pa in generale». In questo modo il Codice si allinea alle regole che ogni azienda ormai adotta per tutelare la propria immagine nel dibattito telematico. Ma lo sforzo di modernizzazione si estende anche al comportamento dei dipendenti nel mondo reale, che andrà orientato alla «soddisfazione dell’utente», e dei dirigenti, che dovranno favorire il «benessere organizzativo».

Questo è un principio della convenzione di Aarhus che ho cercato di far mio nel corso dei quasi cinquant’anni di rapporto della associazione che presiedo con le pubbliche amministrazioni, molte volte invano. Il pubblico dipendente deve ritenersi al servizio mio come della pubblica amministrazione di cui è dipendente. Non c’è proprio nulla di strano. Anche io pago lo stipendio del dipendente pubblico.

Menziono il testo in maniera particolare:

  1. Al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 3, il comma 4 è sostituito dal seguente:

«4. Il dipendente esercita i propri compiti nel rispetto dei principi di economicità, efficienza ed efficacia. La gestione di risorse pubbliche ai fini dello svolgimento delle attività amministrative deve seguire una logica di contenimento dei costi e del consumo energetico, dell’ecosostenibilità e di rispetto dell’ambiente, che non pregiudichi la qualità dei risultati dell’azione amministrativa.»;

Sono anche stabiliti dei precisi obblighi di risparmio ambientale:

Art. 11-quater – (Rispetto dell’ambiente) 1. Il dipendente conforma la sua condotta sul luogo di lavoro al rispetto dell’ambiente e per contribuire agli obiettivi di riduzione del consumo energetico, della risorsa idrica e più in generale dei materiali e delle risorse fornite dall’amministrazione per l’assolvimento dei propri compiti, nonché per la riduzione dei rifiuti e per il loro riciclo, in piena aderenza alle direttive impartite dall’amministrazione di appartenenza.

È detto anche che:

  1. Ciascuna amministrazione, in relazione alla propria specificità e alle proprie caratteristiche, adotta linee di indirizzo comportamentali finalizzate a orientare la condotta dei propri dipendenti, in relazione al grado di responsabilità rivestito, al conseguimento di obiettivi di risparmio energetico, della risorsa idrica e dei materiali di consumo, nonché alla raccolta differenziata dei rifiuti.
  2. c) all’articolo 12:

 1) al comma 1, dopo le parole «opera nella maniera più completa e accurata possibile» sono aggiunte le seguenti: «e, in ogni caso, orientando il proprio comportamento alla soddisfazione dell’utente.»…..

Il principio di cui gli ho già scritto è citato al comma 5-bis. «Le attività di cui al comma 5 includono anche cicli formativi sui temi dell’etica pubblica e sul comportamento etico, da svolgersi obbligatoriamente, sia a seguito di assunzione, sia in ogni caso di passaggio a ruoli o a funzioni superiori, nonché di trasferimento del personale, le cui durata e intensità sono proporzionate al grado di responsabilità.».

Il pubblico funzionario deve essere infatti esaurientemente preparato.

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