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Attualità

VILLA D’ESTASI

SERGIO REDAELLI - 16/12/2022

una-parziale-veduta-di-villa-deste-a-cernobbioCompie 150 anni il Grand Hotel Villa d’Este a Cernobbio, sul Lario, un gioiello che manca al Varesotto per competere con la vicina Como in fatto di località da sogno, in riva al lago, da utilizzare per turismo e congressi. Non che Varese non abbia luoghi all’altezza, basti ricordare il Palace Hotel che guarda il Monte Rosa pur senza avere lo straordinario panorama lacustre che incorona Cernobbio; o il Grand Hotel Villa Borghi a Varano dal cui parco si contemplano le sponde di Ternate; senza contare le splendide ville della città giardino adibite ad altro uso, Panza, Ponti, Mylius, Toeplitz, Mirabello e il Grand Hotel Campo dei Fiori che purtroppo vive di ricordi.

Il prototipo di Sommaruga giace abbandonato con pregevole vista su S. Maria del Monte e parte della seicentesca Via Sacra, tristemente chiuso dal 1969 e nessuno sa che farsene.

Una sorte assai diversa dalla prestigiosa Villa d’Este che ogni anno ospita i Forum Ambrosetti dove si ragiona sui massimi sistemi dell’economia, della politica e della finanza. Un caso d’incuria. Che non può applicarsi alla proverbiale riservatezza varesina, propensa a custodire gelosamente i propri tesori e ad utilizzarli come sedi istituzionali, parchi e giardini pubblici gratuiti più che a metterli all’incasso commerciale. Un dettaglio che stride con l’immagine venale arbitrariamente appiccicata a Varese.

Certo, la bellezza del lago di Como è impareggiabile e Varese sconta forse la minore forza d’attrazione più che la mancanza di moderna imprenditorialità turistica. Però anche noi abbiamo un Palazzo Estense da lustrarsi gli occhi e se fosse un Grand Hotel anziché la sede del Comune non gli mancherebbero la clientela di lusso, i convegni internazionali e uno Studio Ambrosetti profeta in patria. Anche al netto delle polemiche sulle luci natalizie, che altrove vengono lodate e da noi sono fonti di critiche. Cernobbio coltiva il lusso, ma trascura la storia. Nessuna libreria in paese, solo molte boutiques ed agenzie immobiliari che vendono ville da sogno.

Eppure la piazza della chiesa è vistosamente intitolata al cardinale Tolomeo Gallio, autentica gloria locale che fece costruire l’edificio originario. Un contrasto che colpisce. Del resto anche Gallio fu un ricchissimo uomo di potere. Nato a Cernobbio il 25 settembre 1527, figlio di un mercante, acquistò a trent’anni la proprietà del Garrovo – dal nome del vicino torrente – costituita da un palazzo e da vasti terreni tenuti a vigne, pascoli e boschi incantevolmente affacciati sul lago. Fu introdotto a Roma dal letterato comasco Paolo Giovio, entrò al servizio dei porporati Trivulzio e Gaddi stabilendosi infine presso Gian Angelo Medici, zio di Carlo Borromeo, futuro papa Pio IV che lo nominò cardinale e segretario personale.

Morto Pio IV, si ritirò nella propria diocesi per tornare a Roma nel 1572 richiamato da Gregorio XIII a ricoprire la carica di segretario di Stato per tredici anni, fino al 1585. Nessuno lo eguagliava nel gestire i traffici di sottogoverno e i personaggi importanti passavano da lui per implorare l’attenzione del papa: Bernardo Tasso, padre di Torquato e autore del poema “L’Amadigi”, ottenne da lui tutela contro le ristampe abusive. Fece incetta di vescovati, abbazie, prebende e dedicò l’ultimo scorcio di vita a fare del bene. Fondò a Como il collegio Gallio tuttora esistente e numerosi istituti di assistenza. Morì a Roma il 4 febbraio 1607 e vi è sepolto.

Nel corso dei secoli la tenuta di Cernobbio venne frequentata da artisti e cospiratori mazziniani e la regina d’Inghilterra Carolina di Brunswick che la possedette, di lontane origini estensi, la chiamò Villa d’Este. Fu trasformata in albergo nel 1873 dopo vari passaggi di mano, periodi di abbandono e restauri. La rivista Forbes oggi lo considera il migliore hotel del mondo. Se potessero parlare, lo confermerebbero Verdi, Puccini e Toscanini che furono clienti abituali, Alfred Hitchcock che vi soggiornava in autunno, Wally Simpson e il duca di Windsor che vi si fecero immortalare e molte altre celebrità.

 

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